Zona rossa, l’assessore Gallera:
«Dimostrato che la volevamo»

Dopo la pubblicazione di un audio di una riunione tenutasi con il ministro Speranza il 4 marzo scorso, l’assessore regionale al Welfare ribadisce che il Pirellone si era attivato prontamente per chiedere la restrizione.

Un audio pubblicato ieri mattina, venerdì 31 luglio, sul sito del «Corriere della Sera» riapre polemiche e discussioni sulla mancata realizzazione della «zona rossa» nei Comuni di Alzano Lombardo e Nembro nei primissimi giorni di marzo, quando il Covid-19 mieteva un numero impressionante di vittime proprio nei due paesi ai piedi della Valle Seriana.

È il 4 marzo quando il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiede spiegazioni in una riunione con i vertici della Lombardia, fra cui l’assessore al Welfare del Pirellone, Giulio Gallera e, in collegamento, il governatore Attilio Fontana. «Diciamo - dice Speranza - che tutto quello che abbiamo fatto finora non porta nessun segnale minimo di contenimento». Ma Fontana e Gallera si affrettano a rispondergli che «è un po’ presto». Nell’audio si parla delle misure prese, ed è Gallera a spiegare che « il dato è un po’ grezzo. Questo dato qui sono i tamponi di ieri, dell’altro ieri... Peraltro ormai la gente arriva e noi la ricoveriamo perché è in situazione... poi gli fai il tampone, poi il tampone viene visto in ventiquattro, trentasei ore, torna qui in leggera... è la fotografia di due giorni fa sostanzialmente...».

«Queste persone si potrebbero essere ammalate prima delle nostre misure, perché le misure le abbiamo messe in campo da una settimana» ragiona Speranza. E c’è spazio per parlare anche della possibilità della «zona rossa» nel Bergamasco, dove c’è un secondo focolaio (dopo quello del Lodigiano) che preoccupa e che per una delle persone che parlano nell’audio «potrebbe diventare il peggiore della Lombardia. Mentre con la zona rossa... qualcosina».

«Alzano e Nembro... - dice Gallera ... - Voi volevate fare... secondo me, l’idea della zona rossa lì, al di là che dia il messaggio che magari non è perfettamente lì... però là c’abbiamo il secondo focolaio... sta crescendo e là non c’è la percezione perché chi abita lì... questi continuano a uscire, vanno in giro...». E ancora: «Quindi bisognerebbe proprio... L’Iss che ha fatto la proposta...». «Sì, sì, ci stanno ragionando... Appena rientro, provo...» assicura Speranza». «Sono due Comuni. Poi... nell’area Nord...» sottolinea Gallera e «non la città, la città ancora è abbastanza... è a 40, 50... Sono i due Comuni sopra...».

Secondo Gallera, dunque, dichiarare la zona rossa di Nembro e Alzano spettava al governo e la Regione Lombardia si era «attivata prontamente per chiederla» tanto da chiamare per un incontro «dal vivo» il ministro Roberto Speranza. Gallera rivendica di aver spiegato che in quella zona si era creato un nuovo focolaio. «La riunione - dice - si è tenuta il 4 marzo. Il giorno prima avevo sentito il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro che mi aveva detto “stiamo facendo un verbale” per chiedere appunto l’istituzione della zona nella Bergamasca e che lo avrebbe consegnato al governo “in serata”». Gallera non ritiene che nell’audio ci sia una sottovalutazione di quanto stava succedendo. «Avevamo la consapevolezza che a Roma non avevano la percezione della gravità di quanto stava accadendo - racconta - e abbiamo chiesto al ministro di venire». Speranza è dunque arrivato, spiega Gallera, con il direttore della programmazione sanitaria, Andrea Urbani, per «una riunione con la task force. L’audio è una evidenza assoluta della tempestività e della modalità con cui ci siamo mossi».

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