Conservatorio, il gruppo ottoni al top

Istituto musicale Donizetti / 1 Da Amsterdam a Lucerna, gli allievi di Ermes Giussani si affermano nelle grandi orchestre europee. Tra questi Simone Maffioletti, trombonista apprezzato in tutto il mondo.

Con questa prima puntata iniziamo un breve viaggio nel Conservatorio di Bergamo per raccontare i giovani talenti, le sezioni, novità e anticipazioni dei prossimi concerti.

Il Conservatorio di Bergamo, diretto da Emanuele Beschi, vola nel panorama musicale europeo grazie ai talenti del gruppo ottoni. F rancesco Maffei, allievo bresciano di trombone di Ermes Giussani, Premio nazionale delle Arti nella categoria ottoni, ha vinto una selezione internazionale per diventare primo trombone dell’orchestra giovanile del Concertgebouw di Amsterdam. «Francesco – spiega Ermes Giussani, docente di trombone – è un talento rarissimo e ha le caratteristiche per diventare un grande trombonista a livello mondiale. A breve partirà per un’esperienza in Olanda, un’occasione preziosa per crescere. Siamo fieri di lui e della sua contagiosa curiosità e voglia di imparare: a

Francesco Maffei ha vinto una selezione internazionale per diventare primo trombone nell’orchestra giovanile di Amsterdam

soli 16 anni è d’ispirazione per tutto il gruppo». Oltre a Maffei, il Conservatorio vanta in Europa un altro talento cristallino: il 32enne Simone Maffioletti, solista apprezzato in tutto il mondo , dal 2014 trombonista dell’orchestra sinfonica di Lucerna. Dopo il diploma nel 2008 a Bergamo, sempre sotto la guida del professor Giussani, Simone ottiene il diploma di II livello presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Aosta e un master in performance musicale presso il Conservatorio di Berna. In questa prima settimana di luglio, il 32enne di Osio Sotto è tornato a Bergamo per una masterclass aperta a tutti gli allievi di trombone del Conservatorio Donizetti.

Dalla banda alla scuola

«È un grande onore e una grande responsabilità tornare nell’istituzione che mi ha fatto crescere – commenta Maffioletti -. In questi giorni sto cercando di restituire agli studenti quello che ho ricevuto io, a livello umano e formativo, qui a Bergamo. Ho iniziato a 10 anni nella banda di Osio Sotto e ho sempre la nostra città nel cuore». E a

proposito di bande, la tradizione bandistica bergamasca sta proprio alla base del livello di eccellenza raggiunto in questi anni dalla classe degli ottoni che, attualmente, riunisce circa 50 studenti provenienti da tutta Italia. «La nostra provincia, con i suoi 135 gruppi, vanta una scuola bandistica molto valida, un vivaio culturale e artistico fondamentale per noi – precisa ancora Giussani -. Grazie alle bande, ampliamo sempre più il nostro bacino d’utenza e riusciamo ad intercettare i giovani talenti che scelgono di intraprendere da noi il percorso di studi in Conservatorio. Siamo molto fortunati ad avere sul territorio una tradizione così importante, una fucina coltivata da numerosi e bravissimi maestri bergamaschi». «Molti allievi prevengono orgogliosamente da questo mondo – continua il docente -. E grazie a questa passione così forte continuano a studiare lo strumento fino ad arrivare in Conservatorio, nelle nostre classi e nel gruppo degli ottoni, nato intorno ai primi anni 2000 con l’obiettivo di coinvolgere gli studenti in attività extrascolastiche, come concerti e momenti di approfondimento. Oggi il nostro gruppo accoglie su base volontaria una trentina di studenti ed è protagonista di iniziative sul territorio, come il Festival Internazionale degli Ottoni di Bergamo, organizzato in memoria del maestro Giancarlo Corsini».

Passione ed entusiasmo

Un fermento artistico che appassiona ed entusiasma anche gli studenti non bergamaschi: «Ho scelto Bergamo per la bravura del docente e per l’ambiente che questo Conservatorio offre – spiega infine Lorenzo Cornolti di Chiavenna, in provincia di Sondrio -. Questo gruppo infatti mi sta facendo crescere molto, non solo a livello artistico, ma soprattutto a livello umano. Abbiamo la fortuna di confrontarci ogni giorno con musicisti quali Francesco Maffei e Simone Maffioletti e imparare da loro molto: è una condivisione che arricchisce tutti».

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