Covid, 13 giorni di fila senza vittime
nella Bergamasca: è la prima volta

È la sequenza più lunga nella nostra provincia. E venerdì 2 luglio in Lombardia non si sono registrati decessi. Fontana: «La notizia più bella». Keim (Bolognini): «Ma non abbassiamo la guardia»

Un doppio traguardo che certifica i passi incoraggianti nel contrasto al Covid: ieri in Lombardia non si sono riscontrati decessi per Sars-Cov-2 dopo nove lunghi mesi (non accadeva dal 6 ottobre 2020) e nella Bergamasca, travolta dal Covid soprattutto nella prima ondata con il carico devastante di morti, non si sono segnalati decessi per il 13° giorno consecutivo, il record dall’inizio della pandemia: la sequenza più lunga senza morti in provincia (12 giorni di fila) si era registrata tra il 21 luglio e il 1° agosto e tra il 3 e il 14 agosto 2020 e nel 2021 non si era andati oltre i 6 giorni senza morti tra il 17 e il 22 gennaio. Decessi quindi azzerati in provincia da quasi due settimane e ora il dato in Lombardia delle zero vittime di ieri, che autorizza a un cauto ottimismo. «Un’altra ottima notizia. La più bella che potessimo ricevere: oggi (ieri, ndr) in Lombardia non registriamo decessi e il numero dei ricoveri continua a diminuire – ha sottolineato il governatore Attilio Fontana –. Colgo ancora una volta l’occasione per ringraziare tutti i lombardi, invitando chi ancora non l’avesse fatto a vaccinarsi e a mantenere i comportamenti virtuosi che conosciamo».

I dati dei positivi restano contenuti: altri 143 contagiati in regione, di cui 8 in Bergamasca, sulla base di 36.933 tamponi e tasso di positività lombardo ancorato allo 0,3%. L’incidenza dei nuovi contagiati ogni 100 mila abitanti è pari a 7,9 in Lombardia e 4,5 in Bergamasca. Numeri interpretati così dal vicepresidente Letizia Moratti: «Zero decessi in Lombardia non si registravano dal 6 ottobre; i ricoveri in Terapia intensiva sono il 77% in meno rispetto al mese scorso e i ricoveri ordinari sono calati dell’80%. Ribadisco l’invito a vaccinarsi: con la seconda dose si è coperti anche dalle varianti più contagiose e bisogna mantenere i presidi individuali come le mascherine, anche se non all’aperto».

Keim: «Un bel traguardo»

Ieri si sono segnalati altri 6 degenti in meno nei reparti ordinari lombardi (195 pazienti) e 2 letti liberati nelle Terapie intensive (47 posti occupati). Sono 5 i pazienti in meno nella Bergamasca (36 totali, di cui 5 in Terapia intensiva) e un’altra struttura è diventata totalmente «Covid free», nei reparti e in Terapia intensiva:l’ospedale Bolognini di Seriate. Un traguardo raggiunto dopo mesi di lavoro senza sosta e la recrudescenza delle varie fasi dell’epidemia. Roberto Keim, direttore dell’Anestesia e Terapia intensiva dell’ospedale Bolognini di Seriate, evidenzia l’evoluzione favorevole del quadro Covid all’interno degli ospedali dell’Asst Bergamo Est, in particolar modo al Bolognini: non accadeva dal 2 marzo che la Terapia intensiva dell’ospedale fosse libera da pazienti Covid.

«Abbiamo dimesso l’ultimo paziente Covid in Terapia intensiva, un uomo di 45 anni, estubato e autonomo, ancora con tampone positivo ma trasferito al reparto Infettivi dell’ospedale di Bergamo – spiega Keim –. Con questo abbiamo chiuso la Terapia intensiva Covid, cioè i due letti che avevamo nella fase 2 Covid. Un bel traguardo con cui speriamo di lasciarci definitivamente alle spalle la terza ondata. Siamo soddisfatti, abbiamo avuto anche 8 posti occupati, a seconda delle fasi: con i livelli 4A e 4B 8 letti in Rianimazione (come da disposizioni regionali), nel livello 3 ne avevamo 6 e nella fase 2 erano due i letti. I reparti Covid ordinari al Bolognini sono vuoti, abbiamo solo letti «grigi» per i malati sospetti Covid. Abbiamo trasferito venerdì scorso un paziente arrivato in pronto soccorso, proveniente dall’Africa, nell’hub di riferimento per la Terapia intensiva degli Spedali Civili di Brescia, dopo averlo rianimato e intubato: si è poi scoperto che aveva contratto la variante Delta. I nostri reparti sono stati sanificati. Non dimentichiamo ciò che è accaduto e non abbassiamo la guardia – aggiunge Keim –. Le vaccinazioni sono fondamentali. I soggetti vaccinati con due dosi vengono coperti anche dalla variante Delta, un altro dato importante che deve spronare le persone a velocizzare le vaccinazioni. Le Terapie intensive sono gli ultimi anelli della catena a chiudere, quando chiudiamo noi la filiera a monte non rifornisce più e siamo ragionevolmente alla fine di questa terza ondata”.

Lorini: «Vaccino unica soluzione»

Luca Lorini, direttore di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, collegato ieri con il tg di Bergamo Tv, ha ribadito: «Le cose ora vanno meglio. Siamo scesi nel numero di contagi e ricoverati in maniera importante. Sulla variante Delta, bisognerebbe sapere meglio chi sono in Inghilterra i contagiati e se si tratti di persone vaccinate con una o due dosi, in un Paese dove meno del 50% dei vaccinati ha fatto la seconda dose. In ogni caso ciò ci fa capire che il vaccino è l’unica soluzione contro il virus e la maggior parte di chi ha avuto due dosi di vaccino difficilmente si ammala in modo grave, anche con la variante Delta». E ancora: «Gli ingressi dell’ultimo mese e mezzo in area critica sono pazienti che non si sono vaccinati per vari motivi».

I 36 ricoverati Covid in provincia: al «Papa Giovanni» 19 degenti (14 ordinari e 5 in Terapia intensiva); negli ospedali dell’Asst Bergamo Est, 5 pazienti «grigi» ad Alzano; nei plessi dell’Asst Bergamo Ovest, 5 ricoverati a Romano; 7 pazienti al Policlinico di Ponte San Pietro (gruppo Iob).

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