Volti e sguardi oltre l’autismo: coi disegni
di Paola una mostra da tutto esaurito

I lavori della giovane di Capriate esposti all’Info point: «Emozionante vederla all’opera».

La figura tracciata con stile vagamente cubista ha sorriso largo e mani grandi. È il disegno preferito di Paola, dice che la rappresenta.

Parla poco, Paola Ponzoni, ma le sue opere sono uno straordinario racconto di vita, ispirato soprattutto a mamma Agnese e a papà Pino. Dice che è a loro e al fratello Alessandro che pensa quando dà forma sul foglio ai suoi volti un po’ astratti, a tratti precisi che riescono in qualche modo a leggere l’essenziale.

Fino al 4 novembre c’è l’opportunità per tutti di lasciarsi conquistare dai suoi lavori, a Crespi d’Adda, in una mostra che si fa amare già dal titolo: «Dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia».

La frase è una citazione di Albert Camus. L’ha scelta Simona Ginestri, che da quasi vent’anni cura il laboratorio «Handic... a... pArte» per la cooperativa sociale Castello di Trezzo sull’Adda. È qui che ha incontrato Paola, con quelle iniziali che fanno pensare a Picasso e quel talento fuori dal comune nel dare vita sulla carta a volti, luoghi, storie.

Paola ha 37 anni, è di Capriate San Gervasio e convive con l’autismo, con un «blocco» che, ricorda mamma Agnese, si è manifestato intorno ai sette anni, quando già sapeva «scrivere, leggere, nuotare». La strada da lì non è stata certo in discesa: «La sua difficoltà maggiore è nella relazione, bisogna capire dai suoi sguardi quello che sta vivendo e provando», dice la mamma.

Paola però la sua via per comunicare, il suo sfogo, li ha trovati nel creare, manipolare, inventare: «Già a scuola amava tanto i lavoretti, mi ricordo le bamboline di pasta di sale», racconta Agnese, che tutti quei piccoli tesori ha conservato gelosamente. «In casa l’abbiamo sempre lasciata esprimere liberamente, ha sempre avuto una buona manualità, nel creare ma anche nel cucinare».

Poi l’incontro con Simona e con quel laboratorio della Castello, che all’inizio era dedicato soprattutto alla ceramica: «Ancora adesso – racconta Agnese – quando sta per uscire la mattina, Paola mi chiede: oggi ho ceramica? Quando la risposta è affermativa, lo sguardo le si illumina».

Col tempo, Simona ha capito che nel suo laboratorio di Trezzo, «più che insegnare delle tecniche o spiegare qualcosa, c’è da osservare, da lasciare i ragazzi liberi di fare quel che si sentono. La viviamo in libertà». L’obiettivo è creare un clima familiare, «si deve stare bene».

A Paola, «che non ha paura del foglio bianco», Simona dà indicazioni per la scelta dei materiali e propone immagini prese da riviste, fotografie, volti più o meno noti: «Scegliamo l’immagine, poi mi allontano, la lascio fare – racconta Simona –. È stupefacente vederla lavorare, io per prima quando torno a guardare cosa ha realizzato mi emoziono».

Paola copia le immagini a modo suo, rivoluzionandole ma al tempo stesso conservandone un dettaglio, qualcosa dell’essenza. Ad aprile, per dire, la cooperativa Castello ha organizzato una festa per i volontari del centro diurno di Capriate, una ventina: la giovane ha ritratto ciascuno di loro e nella sua rielaborazione personalissima erano tutti perfettamente riconoscibili: «Di ognuno ha saputo cogliere un aspetto, una caratteristica, in modo sorprendente», racconta Rosita Poloni, responsabile della comunicazione della cooperativa. L’artista, tra l’altro, è «incredibilmente produttiva», i tratti sono precisi ma nascono veloci.

Così, a un certo punto è sorta quasi da sè l’urgenza di andare oltre le esposizioni «collettive» che già negli anni erano scaturite dal laboratorio «Handic...a...pArte», per dedicare a Paola una mostra personale: è aperta da qualche giorno e ha trovato casa nell’Info point di Crespi d’Adda. Perché qui? Un po’ perché Paola è di Capriate, qui vive la sua famiglia, qui frequenta il Centro diurno. E un po’ perché il villaggio operaio è luogo di bellezza, contesto giusto per custodire e valorizzare le creazioni di questa giovane.

Ne è convinto anche il sindaco Vittorino Verdi, arrivato all’inaugurazione della mostra (insieme agli assessori Donatella Pirola e Tullio Gambirasio) per dire che «nel cuore, nelle mani, nella mente di questi ragazzi ci sono enormi risorse: siamo veramente contenti di ospitare questo evento». Il Comune ha concesso gli spazi gratuitamente, offrendo così l’opportunità di dare il via a quello che vorrebbe essere un tour: l’idea è infatti di portare le opere di Paola in giro anche in altri luoghi della provincia.

La stanza, per il vernissage, è gremita: Paola si guarda intorno soddisfatta, saluta papà Pino che è rimasto timidamente in posizione defilata, si infila un braccialetto (sua grande passione, insieme al caffé), riceve da vera diva i fiori e gli applausi riservati a lei e alla sua mamma.

«In queste settimane di preparativi - racconta Agnese - è stato bello vedere nei sorrisi la sua felicità. Guardava con sorpresa le locandine della mostra affisse in paese, sulle vetrine dei negozi, gli annunci sui pannelli luminosi del Comune». Anche adesso che la mostra è aperta da qualche giorno, l’orgoglio di Paola è evidente nell’incontrare per strada persone che chiedono notizie, che assicurano che andranno a vedere la piccola raccolta di capolavori.

In questi giorni sono passati di lì anche i bimbi della scuola dell’infanzia di Capriate: hanno promesso che a loro volta faranno dei disegni, da portare poi al Centro diurno, in un bello scambio.

L’esposizione è essenziale, i disegni di Paola, ben incorniciati, sono appesi al centro della stanza. Sono 60 le opere in mostra, tutte in bianco e nero e realizzate con pennarello sottile su foglio bianco. Solo qua e là qualche tocco di acquerello.In prevalenza si incontrano volti (spicca pure una suggestiva Liz Taylor), ma anche luoghi familiari (si riconoscono la chiesa e la fabbrica di Crespi d’Adda) ed episodi della mitologia, come Teseo nel labirinto. «Questa sono io: io voglio bene al Pino e Agnese», ha scritto Paola sopra uno degli autoritratti.

«Organizzare mostre non è il nostro mestiere –sorride Natalino Maggioni, direttore gestionale dei Servizi alla persona per la cooperativa Castello –. Lavoriamo però per valorizzare le positività delle persone, e siamo qui a mostrarvi la potenza espressiva di Paola». Paola che ama camminare in compagnia (ogni anno, con mamma e papà, sceglie una pista ciclabile, dalle valli alla pianura, e un po’ per volta la percorrono tutti insieme, nella natura), ma sa anche stare da sola. Paola che oltre a disegnare è anche un po’ attrice: compare infatti nel cortometraggio «L’accento ritrovato», che la Castello ha realizzato aggiudicandosi pochi giorni fa due premi – per il coinvolgimento degli attori e per il montaggio – al «Festival del Cinema nuovo» di Gorgonzola. La cooperativa, a cui Paola è iscritta dal 2000, gestisce tre centri diurni (a Capriate, Trezzo e Trezzano Rosa) con una cinquantina di utenti, oltre a una comunità alloggio.

La mostra sarà aperta fino al 4 novembre, in settimana dalle 9 alle 12,30, sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 19. Con un po’ di fortuna si potrà anche acquistare qualche creazione (pare stiano andando a ruba) e magari incrociare lo sguardo di Paola. Paola che parla poco, ma con i suoi disegni ha trovato il modo di dire tutto.

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