Attenti all’insonnia, se non curata bene si rischia la cronicità

Cene con amici più abbondanti del solito, cambiamenti di ritmi, qualche brindisi di troppo, caldo e zanzare. Se poi a tutto questo si aggiungono anche stress e ansia, comuni in questo periodo per diversi motivi, dormire bene può davvero diventare molto difficile.

Ecco perchè, ancora più che nel resto dell’anno, è importante «prendersi cura» del proprio sonno così da evitare il rischio che il problema si cronicizzi. Ne parliamo con il dottor Marco Rascaroli, neurologo di Smart Clinic «Le Due Torri» e Oriocenter dove sono attivi percorsi dedicati a migliorare il proprio sonno e a combattere l’insonnia con trattamenti diversi a seconda dell’origine.

Dottor Rascaroli, innanzitutto quando si può parlare di insonnia?

«L’insonne, a differenza del deprivato di sonno che sottrae consapevolmente tempo al dormire per dedicarsi ad altre attività, è una persona che vorrebbe dormire, che ne sente il bisogno, ma non ci riesce nonostante le condizioni (silenzio, temperatura letto etc.) sembrino ideali. Per parlare di insonnia però non basta far fatica ad addormentarsi o risvegliarsi frequentemente durante la notte. Bisogna che la mancanza di sonno abbia anche ripercussioni negative durante il giorno, come sonnolenza, irritabilità, difficoltà di concentrazione».

Cosa si può fare per favorire un buon sonno?

«Le precauzioni che si possono adottare sono molte. Innanzitutto, quando fa caldo, dotarsi di un condizionatore o un ventilatore. Lasciare aperte le finestre fa entrare non solo le zanzare ma anche i rumori, facilitando la frammentazione del sonno. Utile poi è non fare sport intensi prima di andare a dormire, perché hanno effetti eccitanti; mantenere anche quando si è in vacanza ritmi regolari, cercando di andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora; rilassarsi il più possibile prima di andare a letto, per esempio con bevande “calmanti” come latte caldo, tisane o camomilla; tenersi alla larga da computer e cellulari che attivano il nostro sistema di vigilanza. Anche l’alimentazione può influenzare il sonno. A cena andrebbero evitati cibi piccanti e salati e carni rosse: stimolano il sistema nervoso simpatico, favorendo l’accelerazione del battito cardiaco e altre funzioni contrarie a quelle del sonno. Allo stesso modo sarebbero da bandire anche cioccolato, caffé e té, che stimolano i centri della veglia, e l’alcool che, anche se dà l’illusione di far addormentare, in realtà rende il sonno più leggero».

E se questo non bastasse? L’insonnia si può curare?

«Sì, anche se l’errore, spesso, è quello di pensare di poterla risolvere affidandosi a rimedi fai da te, con la conseguenza che il problema da episodico può diventare cronico. In realtà l’insonnia va innanzitutto studiata nel modo corretto, anche perché può avere cause e forme diverse. Il primo passo quindi è un’accurata anamnesi clinica e un’analisi delle abitudini, dello stile di vita e della qualità del sonno. Un aiuto per inquadrare il problema, oltre al “diario” del sonno, in molti casi è rappresentato anche dall’actigrafo, strumento simile a un orologio, che indossato per una settimana permette di osserva l’organizzazione del sonno. In base ai dati che emergono complessivamente, lo specialista imposterà il percorso terapeutico più adatto che, a seconda dei casi, potrà avvalersi di farmaci e terapie anche complementari, indicazione a colloqui psicologici, ad esempio in presenza di problemi di ansia e comunque di questa natura».

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