Dengue, allerta anche in Italia ma sotto controllo

PARLA L’ESPERTO. Marco Rizzi, primario delle Malattie infettive del «Papa Giovanni»: «Più gravi le seconde infezioni».

L’allarme arriva dall’altra parte del mondo, ma l’allerta è stata innalzata precauzionalmente anche in Italia. Il Brasile sta vivendo un’impennata di casi di Dengue, una malattia infettiva tropicale trasmessa dalle zanzare e che provoca principalmente febbre, con oltre 500mila casi e almeno 75 morti da inizio anno, e così nei giorni scorsi una circolare del ministero della Salute ha raccomandato agli Usmaf – cioè gli Uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera, operativi ad esempio negli aeroporti – di «innalzare il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori e delle merci provenienti dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia».

L’indicazione non interessa la Bergamasca, visto che Orio al Serio non ha voli diretti per il Brasile né si sono registrati recenti casi sul nostro territorio, ma il boom della Dengue rilancia un tema di sanità pubblica: col cambiamento climatico, anche a queste latitudini sono sempre più frequenti le malattie tropicali. E se la Dengue in queste settimane non è stata registrata in territorio bergamasco, in estate si osservano invece alcuni contagi «d’importazione».

«Negli ultimi decenni la Dengue è diventata globale, anche in Italia si registrano dei casi nella stagione calda – premette Marco Rizzi, direttore di Malattie infettive dell’Asst “Papa Giovanni” –. Questa non è la stagione in cui dovrebbero sopravvivere delle zanzare attive nelle nostre latitudini (in Brasile, che sta nell’altro emisfero, attualmente è invece estate, ndr): l’attenzione è dunque prevalentemente per i casi d’importazione, cioè per chi rientra dal Brasile, perché per via della stagione fredda è ancora difficile il rischio di ritrasmissione (cioè che una zanzara possa “passare” il virus da un paziente a un altro qui in Italia, ndr). Anche per questo l’allerta è legata in particolare agli aeroporti dove arrivano direttamente persone dal Brasile». Così, il focus si sposta su chi viaggia: «C’è un vaccino contro la dengue, ma è una precauzione di nicchia perché è essenzialmente impiegato per i bambini tra i 9 e i 16 anni che hanno fatto una prima infezione: sono infatti le seconde infezioni quelle generalmente più gravi – precisa Rizzi –. Per le prime infezioni, il decorso è prevalentemente asintomatico o paucisintomatico. La seconda infezione scatena invece una reazione infiammatoria più vivace, che può essere in qualche raro caso letale: la letalità non arriva all’1 per mille dei casi».

In passato, come ad esempio anche l’estate scorsa, alcuni contagi da Dengue sono stati registrati anche in Bergamasca, «ma – spiega Rizzi in relazione all’allerta recente – in questo momento non abbiamo casi». Le arbovirosi – cioè malattie trasmesse da vettori tramite morso o puntura – un tempo tipiche dei Paesi tropicali sono invece ormai «di casa» anche in Italia, persino in Lombardia e in Bergamasca. Il report dell’Istituto superiore di Sanità sulle arbovirosi nel 2023 racconta di 115 casi di Dengue in tutta la Lombardia (5 i casi in Bergamasca la scorsa estate, tutti legati a viaggi all’estero), oltre a 112 casi di West Nile (di cui 2 in Bergamasca). È un riflesso del cambiamento climatico, una conseguenza dell’innalzamento delle temperature. Non c’è solo il caldo tropicale, ci sono anche le malattie tropicali: «Anche qui, in estate, capitano casi di Dengue, West Nile, Chikungunya – rimarca Rizzi –. Anche per questo è importante il controllo delle zanzare e c’è la necessità di una sorveglianza veterinaria, perché questi virus riguardano anche animali come gli uccelli. In Bergamasca stanno poi diventando sempre più rilevanti anche le malattie da zecche».

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