I bambini e le allergie, la diagnosi è difficile

Salute Pediatria I sintomi iniziali possono sembrare quelli di una semplice influenza o di un banale raffreddore.

Con la primavera tornano le allergie, ma come riconoscerle nei bambini? La bella stagione, soprattutto per un bambino, è sinonimo di giornate trascorse all’aperto. Purtroppo, però, circa il 25% dei bambini in Italia soffre di allergie. Colpa dei pollini, che in primavera cominciano ad affollare l’aria, e che nei soggetti predisposti possono provocare sintomi fastidiosi come congiuntivite, rinite, starnuti a salve. Delle allergie e di come difendersi, abbiamo parlato con il dottor Mario Rubino e con la dott.ssa Stefania Longo, pediatri della Pediatria dell’Ospedale Bolognini di Seriate, diretta dal dott. Cesare Ghitti, e responsabili dell’ambulatorio di Allergologia pediatrica (accessibile con prenotazione al Cup con ricetta medica del proprio medico curante e si occupa di allergia ambientali, allergie alimentari, dermatite atopica e asma nei soggetti 0-18 anni, con esecuzione di prick test, esami ematici specifici, spirometrie basali e dopo attività fisica.

Quali sono le allergie più diffuse in questa stagione?
«I pollini rappresentano una frequente causa di allergia respiratoria sia negli adulti che nei bambini. I sintomi si manifestano più frequentemente con starnuti, prurito al naso e secrezione nasale liquida a cui spesso si associa arrossamento e prurito congiuntivale. Giocare al parco nelle giornate di sole e con un po’ di vento rappresenta l’occasione più frequente per la comparsa di questi sintomi nei bambini allergici ai pollini. La rinite allergica pur non essendo una malattia grave può creare situazioni di disagio al bambino, per esempio per la necessità di soffiarsi il naso ripetutamente, o per dover limitare la sua attività all’aperto con gli amici. La rinite, specialmente se associata a ostruzione nasale, può disturbare il sonno con conseguente influenza sull’attività di apprendimento o anche con giorni di assenza da scuola. L’allergia ai pollini, come anche verso gli acari della polvere, i derivati epidermici di animali domestici o le muffe, può causare anche asma che si manifesta con tosse secca, anche durante l’attività fisica e sensazione di difficoltà respiratoria».

Come si capisce se un bambino è allergico?
«Spesso nei bambini è difficile riconoscere le allergie, perché i sintomi iniziali possono sembrare quelli di una semplice influenza o di un raffreddore. Oltre alla dermatite atopica, che si manifesta già nelle prime epoche di vita del bambino, nell’età prescolare possono comparire alcuni segnali da non sottovalutare come gli occhi arrossati e gonfi dopo una passeggiata al parco, oppure starnuti improvvisi e naso gocciolante. I bambini con asma di presunta natura allergica invece possono avere i primi sintomi, come difficoltà di respiro durante il riposo notturno, o al risveglio al mattino, o ancora si riconoscono perché durante una corsa si affannano più degli altri.

Che cosa consiglia di fare in caso di sospetta allergia?
«È il caso di rivolgersi al proprio medico curante se i sintomi risultano insistenti o ricorrenti. Il medico, se necessario, potrà consigliare l’esecuzione di una visita specialistica allergologica. Appena possibile verranno eseguiti i test cutanei allergologici per i vari allergeni inalanti, pollini, acari della polvere, muffe e derivati epidermici di animali domestici. Il prick test consiste nel porre le gocce degli allergeni da testare sulla superficie dell’avambraccio pungendo superficialmente la cute attraverso la goccia mediante una lancetta pungidito di metallo o plastica».

Una volta confermata l’allergia occorre iniziare subito una terapia?
«Un primo passo consiste nell’adottare le misure di prevenzione ambientale per evitare o ridurre il contatto con gli allergeni a cui il bambino è risultato sensibile e che sono causa dei sintomi. Per quanto riguarda i pollini, per esempio, è utile, nel periodo della fioritura, che il bambino eviti di sdraiarsi sui prati, o vicino l’erba appena tagliata, che al rientro dal parco possa togliersi gli indumenti al di fuori della sua cameretta, e faccia la doccia con particolare attenzione ai capelli che possono intrappolare il polline. Per quanto riguarda invece l’allergia agli acari della polvere, è utile dotarsi di coprimaterasso e coprifedera antiacaro, ridurre il numero di peluches, nella propria cameretta ed attuare tutte quelle misure di profilassi atte a diminuire la presenza dell’acaro all’interno dell’abitazione. Se nonostante tali misure la sintomatologia non scompare occorre iniziare una terapia farmacologica orientata alla regressione e al controllo dei sintomi. L’allergia altro non è che una risposta eccessiva da parte del sistema immunitario tramite liberazione di un mediatore dell’infiammazione che è l’istamina. Quindi il cardine della terapia farmacologica è l’antistaminico che si può somministrare a partire dai 2-3 anni»

Il latte materno può rappresentare una prima forma di prevenzione?
«l latte materno è la prima, importante barriera protettiva contro le varie forme di allergia che colpiscono i neonati».

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