Senologo e radiologo
alleati contro il tumore

Il Covid ha allontanato le donne dalle visite, ma il tumore della mammella non è scomparso: la prevenzione resta importantissima.

In base all’ultimo volume sui numeri del cancro in Italia 2020 presentato all’Istituto Superiore di Sanità, sono 377.000 le nuove diagnosi di cancro previste quest’anno nel nostro Paese, di cui 182.000 nelle donne, erano 175.000 nel 2019, quindi si stimano circa 6.000 casi di tumore in più rispetto allo scorso anno, a carico delle stesse.

Nel 2020 il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne rimane il carcinoma della mammella, stimato in 54.976, pari al 14,6% di tutte le nuove diagnosi.

Nei primi 5 mesi del 2020 in Italia ci sono stati 400.000 esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una conseguente riduzione stimata in circa 2.000 nuove diagnosi di tumore al seno a causa del Covid-19.

La paura del virus ha tenuto lontane le donne da ambulatori e ospedali per eseguire visite ed esami senologici, ma il tumore al seno non è scomparso con l’avvento del Covid-19 e rimandare la prevenzione porterà a individuare tumori in fase più avanzata con rischio conseguente di minori probabilità di guarigione. Ce ne parlano il dottor Massimo Grassi, senologo, e il dottor Luca Parimbelli, radiologo, che collaborano con l’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino.

È possibile, e come contrastare questa tendenza?

«L’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino vuole interpretare questa emergenza sanitaria come un’opportunità di crescita e di cambiamento per sviluppare sul territorio la medicina preventiva investendo in risorse tecnologiche e umane, potenziando il Servizio di prevenzione del tumore al seno con figure dedicate altamente professionali, radiologo e chirurgo senologo, che si interfacciano e collaborano per offrire alla donna un’assistenza completa a 360 gradi».

Cosa si intende per prevenzione del tumore al seno?

«Si distinguono fondamentalmente due tipi di prevenzione: primaria e secondaria. La prevenzione primaria agisce sui fattori di rischio legati allo stile di vita, alla predisposizione genetica e alla familiarità. La prevenzione secondaria è invece la vera e propria “diagnosi precoce” e consiste nell’autopalpazione, nella visita senologica e negli esami radiologici specifici (mammografia ed ecografia)».

Cosa è la visita senologica?

«La visita senologica, eseguita dal senologo, è il momento fondamentale della prevenzione (“nessuno farebbe mai prevenzione dentale e ginecologica senza andare dal dentista e dal ginecologo”), deve essere prevista dall’età di vent’anni con cadenza annuale. Deve essere sempre integrata con la diagnostica radiologica, secondo le indicazioni dello specialista. Il senologo “accompagna” la paziente non solo nel momento della diagnosi ma anche della terapia e nei successivi controlli post-operatori. I segni che devono assolutamente indurre la donna ad effettuare una visita senologica sono la percezione di un nodulo mammario alla palpazione, retrazioni cutanee, retrazione o cambiamenti dei capezzoli, secrezioni dal capezzolo, arrossamenti cutanei localizzati o diffusi del seno, nodularità palpabili in ascella».

Quali sono gli esami radiologici per la prevenzione del tumore al seno?

«Gli esami di riferimento secondo le attuali indicazioni internazionali, rimangono la mammografia e l’ecografia. La mammografia utilizza radiazioni ionizzanti a bassissimi dosaggi con le nuove apparecchiature digitali e la paura dell’esame è infondato perché è maggiore il rischio di ammalarsi di tumore al seno del rischio legato alle radiazioni. La mammografia è l’esame idoneo per la valutazione e la diagnosi di un tumore mammario in fase iniziale, non palpabile, può riconoscere distorsioni della struttura ghiandolare e microcalcificazioni sospette ed è indicato nelle donne dai 40 anni di età (o in tutte le età in caso di sospetto tumore). L’ecografia: utilizza ultrasuoni, quindi può essere usata anche in gravidanza, discrimina tra nodulo solido e cistico, ed è indicata come primo step nelle donne sotto i 40 anni, mentre in associazione con la mammografia nelle donne con età maggiore ai 40 anni».

In conclusione?

«Anche in assenza di sintomi, sottoporsi a controlli periodici e regolari del seno tramite mammografia, ecografia e visita senologica, è attualmente lo strumento migliore e fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno, che, se individuato quanto prima e in base al tipo di tumore, ha una prognosi di sopravvivenza e guarigione a 5 anni del 90%».

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