Medici col contagocce nella Bassa
Ma Ats: le cure garantite a tutti

Il sindaco: noi in attesa da un mese, abbiamo anche individuato i locali idonei
A Treviglio situazione normalizzata. In Bergamasca 66 incaricati provvisori su 642.

Continuano, un po’ da tutta la provincia, le segnalazioni di paesi in difficoltà per la carenza di medici di base. Da un mese è il caso di Romano: dopo il pensionamento della dottoressa Elvira Maria Bonsangue, i suoi mutuati sono ancora costretti a recarsi per le visite a Treviglio dai medici dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziali), dopo essersi rivolti, per breve tempo, al locale servizio di Continuità assistenziale diurna (Cad). Per porre rimedio alla situazione, il sindaco Sebastian Nicoli ha contattato l’Ats Bergamo che ha proposto di mettere a disposizione medici di continuità assistenziale, a patto che si trovassero dei locali idonei. «Attendo però ancora dall’Ats una risposta sulla nostra disponibilità – fa sapere il sindaco –. Ci siamo impegnati in questo senso da un paio di mesi, ma ancora niente. L’ambulatorio individuato, chiaramente da affittare a carico del medico di famiglia, è all’interno della struttura sanitaria della fondazione Rubini».

Nicoli: «Preoccupati»

Ma la preoccupazione di Nicoli va oltre la situazione attuale: «Abbiamo anche un quadro che si preannuncia poco confortante se pensiamo che a Romano ci sono diversi medici di base vicini all’età pensionabile – evidenzia –, quindi c’è il rischio che i casi di mancanza di assistenza medica aumentino, a discapito ovviamente dei cittadini. Siamo di fronte a un’atavica carenza di risorse che però purtroppo è riscontrabile su tutto il territorio provinciale».

Per garantire l’informazione necessaria ai cittadini, il procedimento è quello di scrivere ai Comuni coinvolti. Però spesso gli utenti si trovano di fronte agli avvisi affissi sulle porte degli ambulatori dei loro medici, che non ci sono più, riportanti numeri di cellulare dei sostituti cui fare riferimento: uno scenario che genera apprensione e anche insoddisfazione tra gli assistiti, soprattutto anziani.

A Treviglio la situazione è tornata alla normalità dopo alcune settimane di difficoltà, per il pensionamento di un medico, come fa sapere il sindaco Juri Imeri, anche componente del Consiglio dei sindaci dell’Ats Bergamo, nonché presidente dell’Assemblea dei sindaci del Distretto Bergamo Ovest: «La situazione è generalizzata sul territorio, per l’aumento dei medici che vanno in pensione, quindi spesso avviene che ci siano sostituzioni temporanee e ripetute in un breve tempo, ma anche momenti di mancata copertura dell’assistenza. Al momento però il servizio fornito dai medici di famiglia in città è completo».

Medici di base: motivi del crollo

Ats, attraverso l’Ufficio convenzioni del Dipartimento di cure primarie, ha il compito di arruolare medici, pediatri e medici di continuità assistenziale, secondo le norme stabilite dagli accordi collettivi nazionali vigenti. «La carenza di medici che da due anni sta emergendo e che si è drammaticamente acuita nel corso dell’emergenza ha radici lontane, in particolare nella definizione del numero chiuso per accedere alle facoltà di Medicina e per il numero chiuso dell’accesso alle Specialità di Medicina – spiegano da Ats – Negli ultimi mesi, poi, il sovrapporsi di bandi rivolti ai Medici (per la Protezione civile, per le Unità speciali di Continuità assistenziale, per le attività di contact tracing e di vaccinazione) che riconoscono condizioni organizzative ed economiche molto favorevoli, vanno ad ulteriormente aggravare la situazione della medicina territoriale. Questa situazione trova una conferma nel numero, rilevante e mai riscontrato in precedenza, dei medici di assistenza primaria (Map) cessati nell’anno 2020: 126, pari a circa un sesto della forza provinciale, che si attesta a 642 unità. Altra osservazione dovuta è che dei 642 medici di famiglia, ben 66 sono incaricati provvisoriamente, dunque non titolari e sottoposti ad un notevole turn-over. In questo senso, la situazione che viene segnalata dalle amministrazioni comunali di Bolgare (vedi altro articolo in pagina), Romano di Lombardia e, fino a qualche settimana fa, Treviglio è esemplificativa delle difficoltà che si riscontrano ormai ovunque, sul territorio provinciale».

Ats Bergamo ha deciso, per assicurare la continuità dell’assistenza primaria in assenza di medici da convenzionare, di istituire delle postazioni di continuità assistenziale negli ambiti carenti, che garantiscono la loro presenza, per cinque giorni alla settimana e per sei ore al giorno, dunque con modalità assai più ampie di quelle richieste al Medico di Assistenza Primaria. «Nell’ambito degli incontri periodici con il consiglio di rappresentanza dei sindaci vengono forniti i report aggiornati dello stato degli ambiti carenti e a tale livello è stato concluso un accordo di collaborazione tra i sindaci e l’Ats per favorire la presenza dei medici incaricati provvisori sul territorio provinciale» conclude la nota di Ats.

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