Scienza e Tecnologia
Venerdì 29 Novembre 2024
Irpinia, in estate più terremoti a causa dell’acqua sotterranea
In Irpinia c’è una maggiore concentrazione di eventi sismici di bassa intensità , con magnitudo inferiore a 3.7, in primavera-estate , quando gli acquiferi sotterranei sono carichi d’acqua . Lo indica lo studio italiano condotto nell’Appennino meridionale da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Università di . Padova, Università Federico II di Napoli e società Acquedotto Pugliese. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, indicano che l’ accumulo di grandi quantità di acqua sotterrane a modifichi l’ elasticità delle rocce e, dunque, la velocità con cui viaggiano le onde sismiche .
 Questo significa che   i terremoti  possono seguire un   andamento stagionale  , in base ai periodi nei quali si accumula più acqua. La ricerca, la cui prima autrice è Stefania Tarantino dell’Ingv dell’Aquila, offre così una   nuova prospettiva  per comprendere sempre meglio i fenomeni sismici e migliorare le tecniche di mitigazione del rischio. 
 
 Utilizzando una   tecnica innovativa  di   analisi del rumore sismico ambientale  , i ricercatori hanno scoperto che la   ricarica idrologica  degli   acquiferi carsici    dell’Appennino  genera delle   deformazioni naturali  che   influenzano la velocità delle onde sismiche  . “Il nostro studio ha rivelato come gli effetti idrologici influenzino le   caratteristiche meccaniche  del   sistema di faglie  in   Irpinia  – dice Nicola D’Agostino dell’Ingv di Roma, coordinatore dello studio – e la   distribuzione temporale  della sua   sismicità  ”. 
 
 I dati,  raccolti grazie ad un’estesa   infrastruttura di monitoraggio  avanzato che comprende   stazioni sismiche e geochimiche  e un   sistema di rilevamento sismico in fibra ottica,  indicano che il fenomeno possa giocare un   ruolo chiave  non solo nei terremoti di minore intensità, “ma nella   preparazione di terremoti di grande magnitudo  – aggiunge Aldo Zollo dell’Università di Napoli, co-autore dello studio – come quello che colpì l’Irpinia nel   1980  ”.
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