Parisi, 'non sovrapporre complessità della fisica a quella umana'

Occorre evitare di applicare i concetti della complessità della fisica per modellare la società umana : si rischia di ottenere " risultati aberranti ". E' uno dei concetti chiave espressi dal premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi intervenuto al convegno ‘Dall'Uno ai Molti: Caratteristiche Emergenti della Complessità’ che si è svolto all’Università Sapienza di Roma.

“Molto spesso c’è stata e continua a esserci un ’influenza reciproca tra le varie discipline , sia quelle scientifiche che quelle umane , con il sociale . Novità e scoperte che vengono assorbite e che poi tendono a formare le idee del tempo in cui viviamo”, ha detto Parisi dialogando con il presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Roberto Antonelli, e il giornalista Pietro Del Soldà. Fenomeno ben rappresentato nel secolo scorso con le novità introdotte dalla psicoanalisi o nell’ arte con il futurismo che proponevano una rottura con il passato suggerendo in qualche modo di superare, e in parte cancellare, il passato per ripartire in direzioni completamente nuove.

Qualcosa di analogo è avvenuto anche con la meccanica quantistica - ha aggiunto Parisi - Ma occorre essere cauti in queste influenze sociali perché possono anche portare a ‘degenerazioni’, come avvenuto con la sociobiologia che negli anni ’70 puntava a ridisegnare la società fondandola su principi biologici arrivando a risultati aberranti. Occorre essere attenti a non insistere troppo sull ’uso di concetti estratti dalla fisica o dalle scienze esatte in generale e applicarle in questioni umane ”.

Un concetto che il premio Nobel ha evidenziato anche nel tema della complessità: si tende spesso, erroneamente, a considerare i sistemi complessi umani come qualcosa di simile ad altri sistemi complessi. “Questo perché – ha concluso Parisi – azioni politiche magari anche molto piccole possono produrre effetti , essendo all’interno di un sistema complesso, che possono avere poi effetti ben diversi da quanto auspicato, fino addirittura a spostare il problema verso altre direzioni inattese”.

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