
Ricostruiti i meccanismi geologici che hanno portato all' apertura del Mar Rosso : la ricerca internazionale, che aggiunge un tassello importante nella comprensione dei processi che modellano il nostro pianeta , è stata guidata dall'Italia con l’Istituto di scienze marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, l'Università di Pavia e quella di Firenze.
Allo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, hanno contribuito anche l’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria di Roma Montelibretti del Cnr e l'Università di Perugia. “Il Mar Rosso è una finestra aperta sui processi che milioni di anni fa hanno dato origine agli altri oceani della Terra”, dice Marco Ligi del Cnr-Ismar, che ha coordinato la ricerca assieme ad Alessio Sanfilippo dell’Università di Pavia e Sandro Conticelli di quella di Firenze.
“Comprendere la sua evoluzione significa anche migliorare le nostre conoscenze su risorse geotermiche , dinamiche tettoniche e persino migrazioni faunistiche - aggiunge Ligi - inclusa quella degli ominidi fuori dall’Africa ”. Gli autori dello studio si sono concentrati su rocce magmatiche provenienti dal complesso di Tihama Asir, nella regione meridionale dell’Arabia Saudita, che si è formato durante le fasi iniziali dell’apertura del Mar Rosso, circa 25 milioni di anni fa.
I risultati mostrano che il processo è stato innescato dalla risalita di magma dal mantello terrestre : ciò ha favorito l 'indebolimento della crosta e la sua deformazione. Si è così dimostrato che il magmatismo non solo può favorire la frammentazione dei continenti, ma può anche ostacolarla, ritardando l’inizio della formazione di nuova crosta oceanica.
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