Denuncia dei sindaci della Val Brembana
«Impoveriti i servizi dell’ospedale»

«L’ospedale di San Giovanni Bianco funziona nove ore anziché 24, senza i servizi previsti per legge». Il direttore Stasi (Asst): nessuna volontà di ridimensionare.

Durissima presa di posizione dei sindaci della Valle Brembana nei confronti dell’Azienda socio sanitaria Papa Giovanni XXIII, sull’attuale situazione dell’ospedale di San Giovanni Bianco. Gli amministratori, nell’assemblea dell’ambito di lunedì scorso, hanno approvato all’unanimità (27 i sindaci presenti sui 36 Comuni brembani) un documento in cui denunciano «l’impoverimento delle attività e dei servizi erogati che mettono a rischio la salute dei cittadini della Valle Brembana e che sono fonte di gravi disagi che stanno suscitando nuove proteste e timori riguardo al futuro dell’ospedale». Documento che, partito da una sollecitazione dei sindaci di San Pellegrino Vittorio Milesi e di Olmo al Brembo Carmelo Goglio, è stato oggetto di discussione ieri sera alla Green House di Zogno, all’assemblea dei sindaci presieduta da Patrizio Musitelli. La risposta è arrivata dal direttore generale dell’Asst Maria Beatrice Stasi, presente anche il presidente del distretto di Bergamo Gianbattista Brioschi.

«Interruzione di servizio»

La denuncia di fondo dei sindaci è che l’ospedale non garantirebbe i servizi previsti per legge da una struttura di base come dichiarata essere quella brembana. Per tale motivo i sindaci sono pronti a rivolgersi all’autorità giudiziaria configurando l’ipotesi di reato di «interruzione di pubblico servizio».

Lungo l’elenco delle carenze, a partire dal fatto che l’Asst ha «espressamente dichiarato che per la maggior parte dei servizi la presenza medica è garantita soltanto dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 17,30 - scrivono i sindaci - certificando nella sostanza che l’ospedale di San Giovanni Bianco funziona per sole nove ore giornaliere, anziché 24 ore, e soltanto da lunedì a venerdì».

Si parla poi di dimezzamento negli anni dei posti letto, passati da 130 a 68, di organico dei medici sceso da 37 a 20 e dei primari da 8 a uno, di chiusura del reparto di Chirurgia il sabato, la domenica e nei festivi, di medici di Chirurgia e Ortopedia presenti solo per interventi programmati e quindi non a supporto del Pronto soccorso,, considerato dagli amministratori a rischio chiusura.

Si riporta, quindi, la risposta dell’Asst che più volte ha ribadito come «nelle ore serali e notturne e nei fine settimana il servizio di chirurgia e ortopedia è garantito dal personale presente al Papa Giovanni». Risposta che i sindaci considerano «in contrasto con la legge e un’inaccettabile presa in giro per i cittadini».

Quindi la denuncia delle limitate attività ambulatoriali, con «tempi biblici di attesa», la «mancata riapertura del reparto di Pediatria», «l’intermittente funzionamento del servizio di auto medica a supporto delle ambulanze», la «chiusura del servizio di fisioterapia a Zogno».

Un «ridimensionamento e impoverimento dei servizi», continuano i sindaci, che risulterebbe ancora più incomprensibile alla luce delle risorse economiche negli anni stanziate dalla Regione proprio per l’ospedale di San Giovanni Bianco. Alla fine i sindaci chiedono il ripristino dei servizi previsti per legge. Pesante l’accusa del sindaco Milesi di San Pellegrino: «La gente della montagna e della Valle Brembana ha sopportato e subito sin qui questa intollerabile situazione in silenzio, ma avete esagerato. Difenderemo da oggi con più determinazione e con ogni mezzo a disposizione il nostro ospedale dalla distruzione progressiva al quale in questi anni è stato sottoposto. Il documento approvato dai sindaci, la costituzione di un comitato di cittadini (composto anche da amministratori e medici, ndr) e le diverse sollecitazioni provenienti dagli stessi medici dimostrano che la misura è colma».

«L’ospedale non chiuderà»

Il direttore generale dell’Asst ieri sera ha illustrato le caratteristiche dell’ospedale, snocciolandone i numeri e rimarcando che «non vi è nessuna intenzione di chiudere e ridimensionare. Ma dobbiamo capire che certi interventi qui non si potranno più fare. Dobbiamo garantire la sicurezza. E creare continui allarmismi disaffezione le persone dall’ospedale».

«Sono continui gli investimenti (più di tre milioni di euro previsti nel 2020) declinati su progettualità specifiche con finalità di messa in sicurezza ed efficienza della struttura e delle 13 attività ambulatoriali attive. A partire dall’avvio della fase post Covid è stata ripristinata, 24 ore su 24, la postazione del 118. L’ospedale di San Giovanni Bianco è parte integrante dell’Asst Papa Giovanni XXIII a cui assicura anche le cure subacute e lavora in costante allineamento con gli specialisti dell’ospedale di Bergamo, centro di terzo livello, che garantisce sicurezza in tutte le condizioni cliniche, anche le più delicate, ed è punto di riferimento anche per le reperibilità nel fine settimana. Il prezioso servizio e l’abnegazione dimostrati durante l’emergenza dal personale medico sanitario dell’ospedale e la vicinanza dimostrata dalla popolazione della Valle Brembana consolidano l’attività della sede ospedaliera e la sua presenza a supporto dei pazienti Covid qualora fosse nuovamente necessario. Diverse le iniziative intraprese per una reale integrazione ospedale-territorio a partire dal potenziamento degli ambulatori infermieristici, passando per la centrale di dimissioni protette. Attualmente si sta implementando la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità che troverà anche in Valle Brembana la propria ideale collocazione di prossimità».

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