I volontari Anpi fanno rivivere il vecchio rifugio dei partigiani bruciato dai fascisti

Laghi Gemelli. Dal 2015 un gruppo di volenterosi sta recuperando i ruderi del fabbricato che fu base partigiana durante la seconda guerra mondiale. Domenica 11 settembre è riaffiorata una panchina in pietra.

Una panca di pietra ancora ben conservata a fianco del rifugio. È questa la nuova emozionante scoperta fatta domenica 11 settembre da un gruppo di una decina di volontari dell’Anpi di Bergamo tornati come ogni anno al vecchio rifugio Laghi Gemelli per prepararlo all’inverno.

Un rifugio, il primo Laghi Gemelli, fondato l’1 luglio 1900 e bruciato dai fascisti nel gennaio 1945, che da 7 anni è oggetto di un progetto di recupero che ne ha riportato alla luce i ruderi del perimetro. «Il rifugio – racconta Roberto Cremaschi, referente dell’iniziativa – fu costruito nel 1900 e quando fu inaugurato era il terzo rifugio del Cai di Bergamo, un rifugio escursionistico, come tutti gli altri. Questo però fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando poi fu utilizzato come base dalla formazione partigiana di Giustizia e Libertà Cacciatori delle Alpi. 2° Dio sciatori, comandata da Mino Bartoli».

Nel corso dei vasti rastrellamenti operati dalle truppe nazifasciste fu bruciato a metà gennaio 1945. Subito dopo la guerra venne costruito un nuovo rifugio che è quello attuale.

Fino al 2015, quando parte il progetto di recupero grazie a Cai e Anpi. Nel 2016 è stata inaugurata la restituzione al territorio di questo storico rifugio, luogo di memoria alpinistica, escursionistica e della resistenza. Da allora ogni anno i volontari almeno una volta all’anno salgono per sistemare i muri di quel che resta dello storico rifugio.

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