San Pellegrino, dagli scavi per le sorgenti riemergono frammenti del Neolitico

RITROVAMENTI. Durante i lavori dell’azienda di acque minerali per realizzare vasche a protezione delle fonti. La Soprintendenza: frammenti di ceramica e strutture antiche. In corso le analisi al radiocarbonio per la datazione.

«Frammenti di ceramica preistorica, in via preliminare datati al Neolitico». Così si legge nella comunicazione che la Soprintendenza archeologica per Bergamo e Brescia ha inviato al Comune di San Pellegrino, dopo i ritrovamenti durante gli scavi in località Torre-Piazzacava. Qui, poco a monte della cittadina, sul versante orografico destro, l’azienda Sanpellegrino sta realizzando vasche di laminazione a protezione delle proprie sorgenti.

Pochi giorni fa il ritrovamento di alcuni reperti, frammenti di ceramica ma anche «strutture antiche - dice la Soprintendenza - tra cui una piccola vasca in legno che conteneva resti organici». Sui ritrovamenti saranno effettuate analisi al radiocarbonio (C14) per la datazione, nonché analisi paleobotaniche e palinologiche (studio dei pollini e altri elementi biologici microscopici). L’intervento in corso della Sanpellegrino, iniziato alcuni mesi fa, interessa i prati in località Piazzacava-Torre, nei pressi delle sorgenti, il bene ovviamente più prezioso per la società che appartiene alla multinazionale svizzera Nestlè. Da qui, infatti, sgorga l’acqua che poi arriva al grande serbatoio sottostante per poi raggiungere tramite tubazioni gli stabilimenti a Ruspino per l’imbottigliamento (in passato, invece, lo stabilimento era posto nei pressi della sorgente).

Le vasche della Sanpellegrino a difesa delle sorgenti

Le vasche si trovano su entrambi i lati della strada comunale che porta a Piazzacava, Pradello e poi Alino. Consentiranno di raccogliere l’acqua piovana e, con tubazioni, convogliarla tramite tubazioni alla vicina valle del Boione. In tal modo - spiegano dall’azienda - si proteggerà le sorgenti da possibili infiltrazioni. Soprattutto in questi periodi di nubifragi (i prati saranno ripristinati). Ed è stato proprio durante gli scavi (curati dall’impresa «L’Orobica» di Zogno) che sono affiorati frammenti e strutture che potrebbero risalire a qualche insediamento preistorico (il Neolitico va dall’8000 al 3500 avanti Cristo). Da qui l’intervento della Soprintendenza che, in questi giorni, sta facendo le dovute analisi per datare i reperti. I lavori per le vasche proseguono comunque regolarmente. Nell’area degli scavi, peraltro, pare che anticamente ci fosse già una stalla.

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