«Un ragazzo favoloso, lo sarà sempre»
Addio a Emanuele, la montagna nel cuore

Amava le sue montagne, lo sport e gli amici: il dolore della famiglia di Emanuele Milesi, morto a 25 anni sul Pizzo Becco.

È morto a 25 anni sulle montagne che erano la sua grande passione. Emanuele Milesi aveva 25 anni e da quattro lavorava per l’Enel come guardiano delle dighe sulle Orobie (l’ultimo incarico alla diga della conca del Calvi). Un mestiere solitario, a contatto con la natura più selvaggia, che non impediva però a Emanuele di essere conosciuto e benvoluto da schiere di amici, gli stessi che venerdì 4 gennaio hanno fatto visita ai genitori Tarcisio e Claudia e al fratello maggiore Simone, sconvolti per l’accaduto, nella loro casa di Piazza Brembana.

Emanuele era partito giovedì, da solo, approfittando di una nuova bella giornata di sole. Aveva deciso di fare la ferrata che sale in vetta al pizzo Becco, un percorso non particolarmente impegnativo, già conosciuto da Emanuele, grande appassionato di montagna. Ma qualcosa è andato storto e il giovane è precipitato a valle per circa 200 metri. Nessuno può dire cosa sia successo, ma è probabile che la presenza di ghiaccio sia stata fatale.

L’allarme è scattato giovedì in serata, quando Emanuele non ha fatto ritorno a casa. Ma le ricerche si sono indirizzate nella zona del pizzo Becco (sopra il rifugio Laghi Gemelli) solo quando un amico, raggiunto dalla notizia della scomparsa del ragazzo, ha fatto sapere che Emanuele gli aveva confidato l’intenzione di salire sul pizzo Becco. E proprio gli amici si sono mossi per cercarlo: verso le 23,20 è stata individuata la vettura parcheggiata, da lì l’allerta al numero unico di emergenza con l’attivazione delle squadre di ricerca. Sul posto sono arrivati 12 tecnici della sesta delegazione orobica del Soccorso alpino e sei vigili del fuoco specializzati speleo alpino fluviale (saf). I soccorritori hanno allestito la sala operativa nella sala consiliare messa a disposizione dall’amministrazione comunale di Branzi e hanno dato avvio alle ricerche. I soccorritori, che hanno lavorato a una temperatura di - 12 gradi centigradi, hanno setacciato i sentieri del monte, seguendo alcune tracce che ipotizzavano potessero essere state lasciate da Emanuele, fino al ritrovamento del corpo del giovane, verso le 2,30, alla base della via ferrata, a circa 2.300 metri di altezza. Probabile che il giovane sia precipitato quando quasi alla cima e abbia fatto un volo di circa 200 metri.

Da quel momento hanno dovuto attendere il nulla osta per la rimozione, beneficiando del ricovero nella casa dei guardiani di Enel green power. Proprio in un rifugio come questo, poco distante in linea d’aria, nella conca del Calvi, Emanuele trascorreva le sue giornate come guardiano della diga. Dopodiché è potuto intervenire l’elicottero «Drago» dei Vigili del fuoco, che, verso le 9.30, ha potuto raggiungere il Becco, trasferire a valle i soccorritori e infine la salma. Per l’occasione è stata utilizzata anche la nuova piazzola dell’elisoccorso di Branzi, ancora da inaugurare. La salma è stata poi ricomposta nella camera ardente del cimitero di Branzi. I soccorritori ringraziano Comune e Enel per l’aiuto prestato.

Emanuele Milesi era conosciuto in alta valle. Aveva 25 anni e da quattro lavorava per la divisione «produzione» di Enel green power, come guardiano delle dighe dell’alta valle. I genitori originari di Cassiglio risiedevano con la famiglia a Piazza Brembana. Come il fratello maggiore Simone, era un grande sportivo, era appassionato di atletica e di calcio, oltre che di montagna. «Partecipava spesso alle gite organizzate dal Cai - racconta Davide Milesi, presidente del Cai Alta Valle Brembana - è una enorme tragedia davanti alla quale si rimane senza parole. Era un giovane di 25 anni, un atleta, un appassionato di montagna e di calcio. Era una di quelle persone che si danno da fare e sanno essere di compagnia».

«Se c’era qualcuno che conosceva le montagne e i sentieri, quello era lui» ha detto un’amica, davanti alla casa di famiglia a Piazza Brembana. «Era un ragazzo favoloso, lo sarà sempre» ha detto con la voce rotta dal dolore papà Tarcisio.

«Un ragazzo timido e semplice e buono» lo ricorda la zia «che se poteva farti un piacere non esitava un secondo, era sempre lì, pronto ad aiutarti». Ma nonostante questa sua timidezza erano tanti gli amici che aveva, quelli che condividevano con lui la passione della montagna, della corsa, sport che praticava alcuni anni fa, e quelli di tutti i giorni. Simone, il fratello, 30 anni, racconta: «Anagraficamente sono più grande, ma è da sempre lui il mio fratello maggiore. Lo chiamavo per chiedergli consigli e lui mi rispondeva, mi consigliava, mi sosteneva». I funerali si terranno lunedì 7 gennaio alle 14,30 nella chiesa parrocchiale.

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