La grinta di Davide: conquista il Rosa con una gamba sola

LA STORIA. Una grande impresa, di coraggio e passione. Di tenacia e amore per la vita.

«Capanna Margherita, 4556 metri di felicità, fatica, sudore e aria fresca». Nel primo post dopo aver raggiunto il rifugio alpino più alto d’Europa sul monte Rosa, con una sola gamba, ed aver affrontato poi la discesa sul ghiacciaio su un unico sci, Davide Bendotti, atleta scalvino della Nazionale Paralimpica di sci alpino, ha condiviso martedì 11 luglio sui social la sua soddisfazione.

Da quanto nel 2011, mentre aveva solo 17 anni, gli fu amputata la gamba sinistra a seguito di un grave incidente in moto, Davide ha imparato a non mollare mai, e questa sfida è stata una delle tante che, con tenacia, ha dovuto superare vincendo le sue paure e le difficoltà. «Oggi quando stavo raggiungendo l’obiettivo, qualche lacrima dentro di me l’ho versata – ha confidato Davide, 29 anni di Colere, una grande forza interiore e determinazione –. Ero preoccupato perché se la discesa sulla neve non mi spaventa, per me era la prima salita con la neve e i ramponi sulle mie “stampelle” (le speciali Tompoma) e sullo scarpone. Partire subito con il botto con una grande sfida un po’ mi spaventava. Dopo tanto timore, quindi, la consapevolezza di aver realizzato il mio obiettivo mi ha fatto scaricare tutta la tensione accumulata e mi sono liberato. Una bella emozione, tanta energia».

La gioia di tutto il gruppo

Una gioia condivisa anche con tutto il gruppo che lo ha accompagnato. Nel cammino verso Punta Gnifetti sul Massiccio del monte Rosa al rifugio alpino Capanna Regina Margherita, Davide è stato assistito infatti da un team guidato dall’alpinista di fama internazionale Luca Colli, un gruppo di guide alpine di Alagna Valsesia (Vercelli), i soccorritori della Croce Rossa e Matteo Pollini per l’associazione «Aldo Pollini» di Vigevano. Dopo qualche scatto al rifugio finalmente la discesa. «Liberato da tutte le tensioni, finalmente con i miei attrezzi, mi sono goduto la spettacolare discesa» confida Davide. Tanta energia e anche tanta tenacia, dopo l’incidente Davide ha imparato a non mollare mai proprio grazie allo sport, ma anche grazie alla vicinanza della famiglia e dei tanti amici: «Nella famiglia e negli amici ho trovato supporto e la forza. Lo sport è stato poi la mia grande rinascita – afferma Davide – e grazie allo sport mi sono rifatto una vita dopo l’incidente».

Davide, cresciuto con la Polisportiva Disabili Valcamonica, da febbraio è tesserato per il Gruppo sportivo Paralimpico della Difesa, ed ha partecipato a due paraolimpiadi, PyeongChang 2018 e Pechino 2022, oltre a campionati del Mondo, Coppa europa e competizioni nazionali. Prima dell’incidente giocava a calcio e sciava con gli amici, ma solo dopo l’incidente, grazie a un incontro speciale, si è avvicinato veramente allo sci. «Mia mamma incontrò sulle piste Luca Carrara mentre sciava senza un arto e gli ha confidato la mia situazione – ricorda Davide –: il giorno stesso è venuto a trovarmi, mi ha spronato a provare e l’inverno successivo abbiamo iniziato a sciare, poi la prima gara e tutto è iniziato così».

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