Gli studenti tornano in classe: bus pieni e pochi (o nessun) controllo

Bus pieni, studenti in buona parte muniti di mascherine Fpp2 e pochi controlli: la situazione sui mezzi pubblici in città nella mattinata di lunedì 10 gennaio. Va un po’ meglio in provincia, in Valle Seriana e a Treviglio. La deroga fino al 10 febbraio solo per gli scuolabus. Nelle classi ripartenza impegnativa.

Nessun controllo, bus pieni, tante auto e traffico sensibilmente in aumento, ragazzi con le mascherine Fpp2 (ma un buon 20 percento non la indossa): è questa la fotografia della ripartenza delle scuole in città e provincia dopo la pausa per le festività natalizie sul trasporto pubblico locale . Tanti i bus messi a disposizione da Atb in centro città: tra le 7 e le 8 di stamattina (lunedì 10 gennaio) il servizio di pullman è stato garantito sia in Porta Nuova e Stazione autolinee sia in Città Alta con una costante frequenza. I bus sono pieni (come al solito) e i ragazzi indossano in larga parte (ma un 20% no) le mascherine Fpp2. Pochi per non dire nessuno i controlli sui mezzi pubblici in centro. Molte famiglie hanno optato per il trasporto dei figli a scuola in auto: un segnale il traffico su strada in aumento sia in città ma soprattutto in provincia.

In Valle Seriana nella prima mattina tanto traffico sia sulle vie interne ad Albino e Gazzaniga sia lungo il provinciale . Sia sulla Teb per la Valle Seriana sia sui mezzi di trasporto alle stazioni di Albino e Gazzaniga pochi i controlli. I ragazzi però indossano in larga parte le mascherine e i bus sono pieni (ma non come al solito).

È andata un po’ meglio a Treviglio : la Sai autolinee ha assicurato più corse e gli autobus non erano pieni come al solito intorno alle 8 di stamattina. Verifiche a campione anche per il green pass da parte di un controllore. Controllo della temperatura da parte di un’operatrice anche per gli scuolabus : sono 264 i viaggiatori in città (tra materne, elementari e medie) 4 scuolabus che fanno 2 corse ciascuno (8 corse totali).

In Valle Brembana i bus non sono stati presi d’assalto come al solito : nessun assembramento alla stazione di Zogno e neppure all’ingresso degli istituto Turoldo a Zogno e all’Alberghiero di San Pellegrino. Nessun controllo sui mezzi pubblici ma gran parte degli studenti indossavano le mascherine Fpp2. Anche in Valle Imagna controlli effettuati dal personale di Arriva (ex Sab): i ragazzi indossavano la mascherina ed erano in possesso del Green pass.

Intanto c’è ancora molta confusione sotto il cielo del rientro a scuola oggi sul fronte dei trasporti. Ieri pomeriggio le aziende del settore hanno ricevuto una ordinanza del ministero della Salute che sembrava allargare temporaneamente le maglie di chi poter prendere a bordo. Con le nuove regole, infatti, solo i possessori di Green pass rafforzato (che si ottiene con vaccinazione o recente guarigione dal Covid, massimo sei mesi) possono salire sugli autobus. Un provvedimento che taglia fuori oltre 13mila studenti bergamaschi nella fascia d’età 12-19anni che non si sono ancora immunizzati.

La deroga solo per gli scuolabus

La direttiva domenicale del ministro Roberto Speranza pareva introdurre una deroga da oggi al 10 febbraio, ma gli addetti ai lavori hanno subito capito che non è così . Anzi, si apre un nuovo «casus belli». «La deroga al Green pass – spiega Massimo Locatelli, presidente regionale e vicepresidente nazionale Anav (Associazione autotrasporto viaggiatori) – vale solo per gli studenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado, per l’accesso ai mezzi di trasporto scolastico dedicato. La deroga cioè vale solo per i ragazzi fino alle medie e solo per quelli che prendono gli scuolabus, perché per le superiori sono rarissimi i casi in cui gli istituti hanno un servizio privato o dedicato di trasporto». Una nuova contraddizione nelle norme già ingarbugliate di questi giorni: «La deroga, infatti, non vale per quegli studenti delle medie che anziché prendere lo scuolabus usano le linee del trasporto pubblico locale, o perché i loro Comuni di residenza non hanno attivato il servizio di scuolabus o perché gli orari e i tragitti del Tpl normale si combinano meglio con le loro esigenze. Né tantomeno la deroga vale per gli studenti delle superiori che utilizzano il Tpl».

Sul tema è intervenuto anche il sindaco Giorgio Gori. Sui social ha ricordato che «la deroga, solo per un mese, è stata chiesta dai sindaci rappresentati dall’Anci affinché le famiglie e gli studenti non rimanessero improvvisamente privi di uno strumento dedicato di trasporto da e verso le scuole che è essenziale per molti di loro, soprattutto nelle zone periferiche. Fino al 10 febbraio sui mezzi dedicati al trasporto scolastico (non quindi i mezzi del normale Tpl) non serve il Green pass. È però necessaria la mascherina Ffp2».

E all’interno delle scuole il giorno del rientro, impegnativo per studenti e personale scolastico, con assenze legate a casi di positività e quarantene, stando alle prime informazioni giunte in mattinata sembra essere trascorso senza particolari criticità. Nel frattempo, sul fronte nazionale, il dibattito resta aperto: «Aveva senso aprire subito la scuola. Non si può giustificare che tutto sia aperto e l’unico spazio chiuso rimane la scuola, che è sicura», ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ai microfoni di Rainews24. «La chiave è vaccinare i nostri ragazzi», ha sottolineato Bianchi, che sull’aerazione delle aule ha chiarito come «il governo abbia messo a disposizione delle scuole i fondi, poi nella loro autonomia possono decidere su cosa investire». Di parere opposto il presidente dell’ Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli: «Le previsioni della rivista specializzata Tuttoscuola parlano di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una previsione facile da fare guardando i contagi», ha detto sempre a Rainews24. «Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia - ha continuato -. A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d’accordo. Ma questo è normale un uno stato democratico». Intanto il Tar ha sospeso l’ordinanza con la quale la Regione Campania ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio per criticità legate alla pandemia da Sars-Cov-2.

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