L’addio di Colere a Flavio Bendotti, l’ultimo bergamino, aveva 64 anni

Imparò il mestiere da Nino Brasi di Clusone, che portava mucche e pecore al Polzone

Colere ha salutato ieri il suo ultimo bergamino con un commosso abbraccio nella chiesa parrocchiale dove nel pomeriggio sono stati celebrati i funerali. Flavio Bendotti, morto venerdì dopo una lunga malattia all’età di 64 anni, la vita all’aperto e l’amore per gli animali li aveva nel sangue, almeno fin da quando incrociò Nino Brasi di Clusone, che portava mucche e pecore sull’alpeggio del Polzone e della zona della Cima Verde sopra Colere. Lo scampanellare delle greggi che ogni primavera e autunno riempivano la strada davanti alla casa di Flavio, attirò il suo interesse, e lo stesso Brasi si convinse a farsi aiutare da questo ragazzo abbastanza schivo, ma sul quale poteva contare.

Questo lavoro gli consentiva di stare sempre all’aperto. Altro che giornate a fare il «bocia» a servizio dei muratori come papà Giovanni: quel lavoro non faceva per lui, lo lasciò dopo poco tempo per stare con i suoi animali.

Durante l’inverno Flavio si trasferiva in diversi punti della pianura, come la zona del Pavese, del Cremonese e la bassa pianura bresciana. Per qualche anno, al suo gregge di circa 270 capi si aggiungevano capi di altri pastori, sfruttando spesso i vasti prati e pascoli in alta montagna.

Una malattia che non perdona lo ha colpito pochi anni fa, costringendolo a cessare l’attività di pastore, per rientrare a Colere dove trascorreva il suo tempo facendo passeggiate sui sentieri del paese. Terzogenito di una famiglia composta da 6 fratelli e una sorella, Flavio Bendotti non aveva moglie né figli, ma tanti compaesani amici che ne serberanno il ricordo di uomo buono, custode dell’antico mestiere dei bergamini.

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