«Io, medico, visito i profughi in una tenda»

la storia. Anna Menghini, 32 anni, di Presezzo, è volontaria in Siria per l’associazione di Verdellino. «Stiamo ottenendo risultati»

Anna Menghini ha 32 anni, vive a Presezzo ed è un medico. Dopo la laurea conseguita nel 2016 è nata in lei l’idea di dedicare la sua professione alla cooperazione sanitaria internazionale. Nel settembre 2017 è partita per la sua prima missione con la Fondazione Rava sulle navi che soccorrevano i migranti nelle operazioni «Mare sicuro». Nell’estate 2018 ha vissuto la sua seconda esperienza in Sud America, prima in Bolivia e poi in Perù. Una volta tornata a casa la sua ricerca non si è fermata e nel 2019 ha incontrato l’associazione Support and Sustain Children: «Da un po’ di tempo volevo sperimentare l’assistenza all’interno di un campo profughi, volevo toccare con mano il contesto dei profughi di guerra – racconta -. Così ho iniziato la mia ricerca sui social e ho trovato questa associazione con sede a Verdellino. Mi sono messa in contatto con Arianna, ci siamo incontrate e nel luglio 2019 sono partita per la prima volta con loro come medico volontario». Da quel momento sono passati 4 anni e ogni volta che può Anna parte per la Siria. «Riesco ad andare in missione due o tre volte all’anno. Quando scendo sto per una settimana insieme al team dell’associazione e, mentre gli altri gestiscono gli aiuti, preparo la postazione medica in una tenda. Insieme all’interprete dal mattino alla sera visito tutte le persone che ne hanno bisogno». La maggior parte dei pazienti di Anna sono bambini, mentre le donne sono più restie a farsi visitare ed è Anna a doverle andare a cercare tenda per tenda. «Quella che possiamo praticare in quelle condizioni è una medicina di base. Con i pochi strumenti che posso portare con me cerco di fare una diagnosi e distribuisco i medicinali che abbiamo a disposizione».

Rispetto alla prima volta in cui è arrivata al campo profughi, quando ha trovato condizioni molto faticose e disagiate, ora Anna racconta di una situazione in miglioramento dettata dal grande lavoro che Support and Sustain Children sta realizzando sia con la creazione di pozzi che garantiscono un’acqua più potabile, ma anche di formazione alle mamme sulla nutrizione e a tutti gli altri sulle norme igienico sanitarie di base. «Ora quando arrivo vedo persone più sane, bambini più in salute e meno malnutrizione. Vedere questi progressi è uno stimolo ad andare avanti. Vuol dire che nonostante tutto riusciamo a fare qualcosa: i piccoli grandi sforzi dell’associazione stanno portando a dei risultati». Nel frattempo Anna ha continuato a lavorare a Bergamo come medico, si è specializzata in geriatria e sta facendo un percorso in medicina palliativa: «Le esperienze di missione mi hanno portato a maturare la scelta di diventare medico palliativista, con un attenzione a tutti gli ambiti: dal dolore fisico a quello psicologico».

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