«L’8xmille, un gesto per alimentare il bene»

SOLIDARIETÀ . Nel 2024 alla nostra Diocesi 1,6 milioni per culto e pastorale e 1,5 per opere di carità. Don Milesi: «Alla base, comunione e partecipazione».

«Migliaia di gesti d’amore» sono resi possibili, ogni anno, dalle risorse raccolte con l’8xmille, che si trasformano sul territorio in progetti realizzati a sostegno dei sacerdoti, della comunità e delle persone più fragili.

Un gesto d’amore

La Giornata nazionale di sensibilizzazione per le firme in favore della Chiesa cattolica, che si ricorda anche nella nostra Diocesi oggi, 4 maggio, è un’occasione preziosa per ricordarlo. Il tema, in accordo con quello della campagna nazionale di comunicazione 8xmille, è «Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farlo per migliaia di persone».

«La prima domenica di maggio – ricorda don Marco Milesi, responsabile diocesano del Sovvenire – è tappa consueta per la Chiesa italiana nella scia di un lavoro che, datato 14 novembre 1988, aprì definitivamente le porte al cammino dell’8 per mille. I vescovi italiani in quella XXX assemblea generale tenutasi a Collevalenza stilarono un testo che, ad oggi, in clima sinodale, mantiene una sua pertinenza ed efficacia nel raccontare come la Chiesa ebbe una intuizione profetica nella remunerazione del clero e nella raccolta delle offerte per il culto e la pastorale».

I fondi

Alla nostra Diocesi nel 2024 sono stati assegnati oltre un milione e seicentomila euro per esigenze di culto, pastorale e cultura: hanno permesso di restaurare chiese e case parrocchiali, costruire nuovi oratori per i ragazzi, realizzare interventi in biblioteche e musei, recuperare organi a canne, installare impianti di sicurezza. Altri fondi, in totale 1.538.391 sono stati destinati all’ambito assistenziale e caritativo: attività rivolte a persone diversamente abili, clero ammalato e anziano, interventi d’aiuto a persone con fragilità diverse, opere «segno». Una parte consistente, pari a 6.586.043 euro, ha contribuito ad assicurare la pastorale ordinaria nelle parrocchie, grazie all’opera di 620 sacerdoti.

Sono risorse che aiutano le comunità a vivere bene, sempre in linea con i valori di cui la Chiesa si fa portatrice: «Parlare di 8xmille alla Chiesa – continua don Marco – non significa parlare di una condizione economica fine a se stessa, ma soprattutto di una cura pastorale. La questione economica si traduce infatti in un atteggiamento pastorale che sostiene l’opportunità di esercitare liberamente la propria opera di evangelizzazione, carità e attenzione alle strutture esistenti e la creazione di nuove iniziative, a seconda delle esigenze delle singole comunità».

«Le risorse dell’8xmille mettono quindi in moto una rete virtuosa di solidarietà e attenzione al prossimo»

Uno stile che si traduce in vita concreta: «La Scrittura – osserva don Marco – è carica di indicazioni che vogliono educare i credenti a non considerare esclusivamente quello che possiedono ma a metterlo generosamente dentro il dinamismo di una vita di comunione. L’apostolo Paolo fa per esempio una proposta di una grande colletta che viene ricordata nella lettera ai Corinzi: una forma di aiuto solidale per chi è in situazione di povertà da parte di chi invece possiede di più. Ci sono riferimenti, nelle lettere di Paolo, ad azioni missionarie che aprono ad orizzonti veramente cattolici, cioè universali. Ci sono inoltre passaggi evangelici che ricordano le parole di Gesù sui ministri del Vangelo ed il loro operato».

«Partecipazione attiva e libera»

In Italia non esiste una tassa per il culto, come in altri Paesi del mondo, ma non mancano le sollecitazioni perché i credenti possano contribuire ai bisogni della Chiesa e alle sue opere di carità che vanno a beneficio di tutti, non solo dei cattolici. «Proprio nella logica dell’appartenenza – chiarisce don Marco Milesi – ai credenti è chiesta una partecipazione attiva e libera, come è tipico della vita famigliare. Si vive in una famiglia apportando in essa le risorse utili per il mantenimento e la vita serena di tutti i suoi componenti. Nella Chiesa il codice di diritto canonico al canone 222 recita che: “I fedeli sono tenuti all’obbligo di sovvenire alle necessità della Chiesa, affinché essa possa disporre di quanto è necessario per il culto divino, per le opere di apostolato e di carità e per l’onesto sostentamento dei ministri”. Si tratta dunque di una forma democratica di partecipazione che concede a tutti, a seconda delle proprie risorse e del proprio stato, di sostenere le attività della Chiesa e dei ministri del Vangelo».

«Cambiamento epocale»

Il sistema dell’otto per mille alla Chiesa cattolica fu, in fase di fondazione, una vera e propria rivoluzione: «Fu un vero cambiamento epocale – spiega don Marco –: si passava dal beneficio parrocchiale, che aveva il sapore di un antico privilegio, ad una forma di remunerazione che rendeva possibile sostenere il clero in forma equa, moderna e sufficiente. Finiva quindi l’epoca delle disparità economiche per i ministri del culto ma soprattutto si tornava a chiamare in causa la comunità dei credenti come soggetto attivo per questo medesimo sostegno. Attualmente sappiamo che si lamenta una flessione di coloro che firmano la dichiarazione dei redditi per la Chiesa cattolica, sappiamo anche che la raccolta delle offerte liberali per il sostentamento del clero non è mai stata pienamente attuata nella giusta visione e fatica a tutt’oggi ad essere compresa. Questo tuttavia non ha mai limitato la Chiesa italiana a continuare a sostenere le attività pastorali anche con ingenti somme utili alla missione, alle urgenze caritative delle singole diocesi, con grande attenzione alle “nuove povertà”».

Urgenze in crescita

Le urgenze – in un’epoca di continue gravi crisi - crescono continuamente, e con esse l’importanza di un gesto semplice, alla portata di ciascuno: «Una sola firma – sottolinea don Marco – apre molteplici possibilità». Firmare per l’8xmille alimenta quindi le azioni di carità: «Concede a tutti di fare molto di più di quello che potrebbero fare da soli. Alla base ci sono comunione, corresponsabilità e partecipazione, termini fondativi per tutto il sistema: in essi c’è embrionalmente una sinodalità che porta ognuno a sperimentare il mistero della comunione nella Chiesa». Sono molti i fronti aperti, in cui particolarmente importante è il supporto dell’8x1000: «Le emergenze pastorali di carattere missionario e caritativo – ricorda don Marco – sono molto ampie. L’aiuto alle Chiese missionarie è una priorità così come lo sono tutte quelle opere finalizzate alla carità sia in ambito nazionale che nei singoli ambiti diocesani. Non mancano le richieste finalizzate agli edifici sacri o centri pastorali da costruire o da ammodernare. Si pensi soprattutto alla tematica degli oratori. Pur essendo diminuito il numero dei fedeli praticanti sono aumentate le opere necessarie per il bene comune di chi crede ma anche e soprattutto di chi, pur non essendo legato ad una realtà ecclesiale sente utile fruire di alcuni servizi o di alcune “opere segno” che nascono proprio dalle finalità di questa forma democratica di partecipazione economica al bene della Chiesa».

Le risorse dell’8xmille mettono quindi in moto una rete virtuosa di solidarietà e attenzione al prossimo: «Il dialogo più bello che nasce da questa forma di utilizzo dei beni ricevuti – conclude don Marco – è quello che ruota attorno al dono: chi sente di essere parte di un corpo vivente dona qualcosa di suo per far sì che quel corpo possa sostenersi e, sempre meglio sostenere altri che più ne abbisognano: per tutto questo basta, in fondo, anche solo una firma».

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