CRV - Progetto di legge sul nuovo sistema di economia circolare in Veneto

(Arv) Venezia 9 giu. 2021 -    È stato illustrato oggi dal Presidente dell’Assemblea legislativa Roberto Ciambetti, in qualità di primo firmatario della proposta, il Progetto di legge n. 62 “Nuovo sistema di economia circolare in Veneto” che inizia così a essere esaminato dalla Terza commissione permanente del Consiglio regionale presieduta da Marco Andreoli (Liga Veneta), Vicepresidente Cristina Guarda (Europa Verde). Come ha ricordato il Presidente Ciambetti in sede di presentazione, il concetto di economia circolare - per il quale, peraltro, non esiste una definizione univoca e precisa - rappresenta un modello fondato sullo sviluppo sostenibile che tende a mantenere in uso per il maggior tempo possibile prodotti, materiali e servizi, al fine di permettere ai sistemi naturali di rigenerarsi, minimizzando l’utilizzo di materie prime e la creazione di rifiuti e inquinamento, massimizzando nel contempo il valore di servizi, prodotti, materiali e risorse. Si tratta di principi, di tipo economico, ma anche culturale, che si sono ulteriormente evoluti per effetto della pandemia, nel corso della quale l’economia circolare è diventata una necessità per effetto di molteplici e concatenati fattori: la fragilità della catena di fornitura globale (la cd. supply chain, entrata in crisi nel mese di marzo con il blocco del Canale di Suez causato dall’incagliamento della porta container Ever Given), l’aumento dei prezzi delle materie prime, la presenza di obiettivi di spesa ‘Green’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nonché la propensione alla sostenibilità da parte dei consumatori. Sulla scorta di questi elementi, il Progetto di legge è strutturato in maniera da prevedere un Piano regionale per l’economia e lo sviluppo circolare, il cosiddetto PRESC, un Responsabile regionale per la transizione circolare, la settimana dell’economia circolare. Nel corso dell’illustrazione del testo (che la Commissione ha abbinato a larga maggioranza, senza voti contrari, all’analogo Pdl n. 3, già esaminato nel corso delle sedute precedenti) il Presidente Ciambetti ha ricordato che la società civile sta già dimostrando la propria sensibilità rispetto al tema, in modo analogo al mondo delle imprese che hanno già iniziato la transizione verso un modello di business circolare. In sintesi, il cd. PRESC sarà adottato dalla Giunta e approvato dal Consiglio regionale a cadenza triennale, e conterrà la strategia per la transizione verso un’economia circolare della Regione del Veneto, oltre a individuare le catene di valore circolare a maggiore potenziale di transizione; il Piano sarà redatto coinvolgendo gli attori della Quadrupla Elica (Pubblica Amministrazione, Educazione e Ricerca, Settore Privato, Società Civile) che ne consentirà un approccio partecipativo ‘dal basso’. Il Responsabile regionale avrà, tra i propri compiti, quelli di coordinamento, monitoraggio e implementazione del Piano, favorirà la partecipazione dei diversi attori e avrà accesso alla struttura regionale in maniera trasversale. La Settimana dell’economia circolare consisterà in un evento annuale dedicato al tema che offrirà una vetrina a tutti gli attori che hanno deciso di investire in questa direzione, e che consentirà al Veneto di posizionarsi come ‘front runner region’ dell’economia circolare. La norma finanziaria contenuta nel testo sottoposto all’attenzione dei Commissari prevede per l’anno 2021 550mila euro, 1,25 mil di euro per il biennio successivo.

La Commissione, di seguito, ha approvato a maggioranza, senza voti contrati, il Parere alla Giunta regionale n. 62, un documento dal forte contenuto tecnico volto alla modifica del Testo Unico dei criteri e dei punteggi per la selezione delle domande di aiuto relativi ai tipi di intervento del PSR 2014-2020, con particolare riguardo alle misure forestali che interessano alcune zone ben definite del territorio regionale, zone che sono state interessate da processi di fusione dei comuni che comportano la rielaborazione della classificazione dei comuni stessi in base agli indici di svantaggio stazionale, geomorfologico e di densità viaria silvo-pastorale; il fenomeno delle fusioni comunali, inoltre, ha comportato la revisione completa dei cosiddetti ‘indici di svantaggio’ sulla base di dati analitici più aggiornati, stimati in base alle caratteristiche del nuovo perimetro amministrativo. Per inciso, i nuovi comuni sono: nella Provincia di Belluno - con riferimento alla quale è stato espunto il Comune di Sappada, accorpato al Friuli-Venezia Giulia a fine 2017 -, Alpago (già Farra d'Alpago, Pieve d'Alpago e Puos d'Alpago), Borgo Valbelluna (Lentiai, Mel e Trichiana), Longarone (Castellavazzo e Longarone), Quero Vas (già Quero e Vas), e Val di Zoldo (Forno di Zoldo e Zoldo Alto); nella Provincia di Padova, Borgo Veneto (già Megliadino San Fidenzio, Saletto e Santa Margherita d'Adige); nella Provincia di Treviso, Pieve del Grappa (Crespano del Grappa e Paderno del Grappa); nella Provincia di Vicenza: Barbarano Mossano (già Barbarano Vicentino e Mossano), Colceresa (Mason Vicentino e Molvena), Lusiana Conco (Conco e Lusiana), Val Liona (Grancona e San Germano dei Berici), e Valbrenta (Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa, San Nazario e Valstagna).

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