I batteri del latte diventano 'mangiametalli'

Decontaminare terreni e acque da sostanze tossiche, come i metalli pesanti, potrà essere più facile grazie all'utilizzo della luce a infrarossi e dei batteri del latte.

Un gruppo di ricerca nato dalla collaborazione fra università messicana Autonoma di Zacatecas (Uaz) e del Centro di ricerca argentino di Criotecnologia degli alimenti di Buenos Aires ha messo a punto un nuovo metodo che utilizza le particelle di luce (fotoni) per ottenere informazioni sul modo in cui i batteri del latte interagiscono con i vari tipi di ioni metallici. Grazie a questa conoscenze diventa possibile ottimizzare la loro capacità di questi microrganismi 'biobonificare', cioè catturare gli ioni di metalli pesanti che inquinano terreni e acque.

I ricercatori si sono serviti delle colonie di Lactobacillus bulgaricus (cioè uno dei fermenti lattici più comuni), che nell'organismo umano catturano i batteri dannosi per impedirne l'attività patogena. Una qualità che si è voluta sfruttare anche per la decontaminazione di suoli e acque e che rappresenta un'alternativa innocua, economica e naturale per bonificare terreni nelle zone minerarie o le acque contaminate da inquinamento di origine industriale.

''Uno dei fattori più importanti che permette un'ottima decontaminazione del suolo - spiega Araujo Andrade, fisico dell'università messicana - dipende dalla grandezza del raggio degli ioni contaminanti. Più è grande, e più efficiente sarà il 'sequestro' di ioni da parte dei batteri''.

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