Il papavero da oppio usato come farmaco nella Milano del 1600

Nel Seicento il papavero da oppio veniva somministrato ai pazienti come sedativo e per il trattamento di tosse e dolore: lo dimostrano le analisi condotte su resti ossei e su campioni di tessuto cerebrale rinvenuti nel Sepolcreto della Cà Granda, lo storico ospedale di Milano nonché uno dei più antichi d’Italia, fondato nel 1456 dal duca Francesco Sforza. I risultati sono pubblicati sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori dell'Università degli Studi di Milano.

La ricerca è stata coordinata da Gaia Giordano, dottoranda in medicina traslazionale, e da Mirko Mattia, curatore e conservatore della Collezione Antropologica del Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) e del Musa (Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, Forensi e Mediche per i Diritti Umani), sotto la guida dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo e del tossicologo forense Domenico Di Candia.

Grazie a innovative tecniche di archeotossicologia, i ricercatori hanno analizzato nove encefali ben conservati assieme ai loro crani di origine. I risultati delle analisi (eseguite mediante cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa triplo-quadrupolo) dimostrano la presenza di principi attivi del papavero da oppio (Papaver somniferum), ovvero morfina, noscapina, papaverina e codeina. Le tracce sono state rinvenute in sei dei nove soggetti esaminati. “I risultati ottenuti in questo lavoro costituiscono il primo rapporto sul rilevamento di oppio in reperti ossei archeologici", affermano Mirko Mattia e Lucie Biehler-Gomez, paleopatologa del Labanof e co-autrice della pubblicazione.

I dati contribuiscono a fare luce sulle pratiche farmacologiche della Milano del 1600 e in particolare su quelle somministrate alla Ca' Granda, "uno degli ospedali più importanti e innovativi di tutto il Rinascimento e dell’Età Moderna, sia sul fronte italiano sia europeo”, spiega Gaia Giordano. "Forniva infatti assistenza gratuita alla popolazione povera di Milano, aveva medici e chirurghi specializzati, strette norme igienico-sanitarie e un’ampia farmacopea ospedaliera".

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