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Lunedì 29 Luglio 2024
Il parassita della toxoplasmosi veicola farmaci nel cervello
 Il   parassita  della   toxoplasmosi  , naturalmente capace di viaggiare dall'intestino umano al sistema nervoso centrale, è stato reso   innocuo  e   ingegnerizzato per trasportare proteine terapeutiche nel    cervello  , superando la barriera ematoencefalica. Il risultato, che potrebbe aprire   nuovi scenari per il trattamento delle malattie neurologiche  , è   pubblicato  sulla rivista Nature Microbiology da un team internazionale che comprende anche un gruppo di ricercatori italiani, dell'Università Statale di Milano e di Human Technopole, coordinati da Giuseppe Testa. 
 
 Lo studio rappresenta un   importante passo avanti  verso l'impiego di   proteine terapeutiche  , la cui   somministrazione  alle cellule e ai tessuti bersaglio risulta   complicata  dalle loro grandi dimensioni, dalle interazioni con il sistema immunitario dell'ospite e dalla necessità di aggirare diverse barriere biologiche. Una delle più difficili da superare è la   barriera ematoencefalica, un filtro sofisticatissimo che protegge il sistema nervoso centrale  selezionando le sostanze che possono passare al suo interno dal circolo sanguigno. 
 
 Ricerche precedenti avevano dimostrato che il parassita   Toxoplasma gondii  può veicolare proteine nelle cellule dell'organismo ospite, ma non era chiaro se potesse essere modificato e sfruttato come vettore per trasportare diverse proteine terapeutiche di grandi dimensioni. 
 
 Per verificarlo, i ricercatori hanno messo a punto una   strategia mirata a sfruttare i due organelli secretori del parassita  : in particolare, hanno selezionato alcune proteine situate negli organelli e le hanno fuse insieme a proteine  già note per la loro capacità di trattare alcune malattie neurologiche umane. 
 
 "   Diverse proteine di fusione  , tra cui GDNF, PARK2, TFEB, SMN1 e MeCP2,   sono state trasportate con successo nelle cellule ospiti  ", dice Giuseppe Testa, docente di biologia molecolare alla Statale di Milano, responsabile della Neurogenomica presso lo Human Technopole e direttore del Laboratorio di epigenetica delle cellule staminali presso l'Istituto Europeo di Oncologia.
 "In particolare   MeCP2  , una proteina implicata in un raro disordine del neurosviluppo noto come   sindrome di Rett  , oltre a essere   trasportata con successo nei neuroni  ,   è anche riuscita a legare il Dna bersaglio alterando l'espressione genica  . Lo abbiamo verificato grazie ad   analisi computazionali  a risoluzione di singola cellula in   organoidi cerebrali  corticali differenziati da cellule staminali pluripotenti umane". 
 
 I ricercatori hanno dimostrato nei topi che   il Toxoplasma gondii ingegnerizzato può veicolare la proteina MeCP2 in modo piuttosto mirato  : al di fuori del sito bersaglio sono stati rilevati pochi parassiti e complessivamente l'uso di questo vettore non ha determinato una significativa infiammazione. 
 
 “Ora possiamo pensare a come   ottimizzare ulteriormente l’efficienza del sistema  e affrontare i potenziali problemi di sicurezza associati all’uso di un parassita come vettore", aggiunge Testa. "Siamo molto felici che una collaborazione internazionale così proficua fornisca un promettente nuovo approccio per il rilascio di proteine al sistema nervoso centrale mediante Toxoplasma gondii, offrendo una potenziale soluzione alle sfide poste dal trattamento delle malattie neuropsichiatriche, e in particolare dei disordini del neurosviluppo determinati da aploinsufficienza, ovvero un numero insufficiente di copie funzionanti di un gene".
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