Ricostruite le stagioni degli ultimi 11mila anni

Sono state ricostruite con un dettaglio senza precedenti le stagioni estive e invernali degli ultimi 11mila anni, andando indietro nel tempo fino all’inizio dell’Olocene, l’epoca in cui viviamo attualmente: è stato possibile grazie alle informazioni custodite in carote di ghiaccio raccolte in Antartide, inclusa la più lunga mai raccolta da ricercatori americani, che arriva ad oltre 3 chilometri di lunghezza. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, è stato ottenuto da un gruppo internazionale di ricercatori guidati dall’Università del Colorado a Boulder e ha anche confermato la teoria elaborata circa un secolo fa e che spiega l’inizio e la fine delle ere glaciali con le piccole variazioni subite dall’orbita terrestre e dall’inclinazione del suo asse rispetto al Sole.


“L'obiettivo del gruppo di ricerca era quello di spingere un po’ più in là i confini di ciò che è possibile per quanto riguarda le interpretazioni del clima passato”, commenta Tyler Jones, che ha guidato lo studio, “e per noi questo significava cercare di capire il clima a livello stagionale, dall’estate all’inverno, per molte migliaia di anni”. Questi dati così dettagliati, inoltre, forniscono anche un importante punto di riferimento per chi studia gli impatti delle emissioni di gas serra causate dall'uomo sul nostro clima presente e futuro: conoscendo quali cicli planetari e stagionali avvengono naturalmente e perché, è possibile identificare meglio l'influenza umana sul cambiamento climatico.


I ricercatori hanno esaminato una carota di ghiaccio lunga più di 3 chilometri, che custodisce dati relativi fino a 68mila anni fa, analizzando in particolare le concentrazioni di alcuni isotopi dell’acqua, cioè elementi che hanno stesso numero di protoni ma diverso numero di neutroni. Si tratta di un processo estremamente difficile, a causa dell’elevata precisione richiesta, e che è stato possibile utilizzando carote di ghiaccio di elevata qualità, misurazioni ad altissima risoluzione e grazie ai progressi fatti negli ultimi 15 anni su questo tipo di analisi. I dati così ottenuti hanno gettato nuova luce sulle temperature e sulla circolazione atmosferica del passato, comprese le transizioni tra ere glaciali e periodi più caldi.


“Gli esseri umani hanno una curiosità innata su come funziona il mondo e su cosa è avvenuto in passato”, dice ancora Jones, “perché questo può anche aiutarci a capire cosa succederà in futuro”. Secondo i ricercatori, il prossimo passo sarà studiare e interpretare anche altri campioni di ghiaccio prelevati da altre località, come la Groenlandia, in modo da comprendere meglio la variabilità climatica del nostro pianeta.

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