Una proteina sintetica contro il dolore, attivata dalla luce

E' stata costruita in laboratorio, si attiva con la luce blu e riesce a spegnere il dolore causato dai nervi danneggiati: e' la proteina sintetica chiamata Blink1 frutto della ricerca che si e' aggiudicata il premio Aspen Institute Italia 2023, dedicato alla collaborazione e alla ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti.

Pubblicata sulla rivista Nature Methods, la ricerca sulla proteina sintetica capace di alleviare il dolore neuropatico e' stata condotta da Anna Moroni, direttrice del laboratorio di Biofisica dei canali ionici del Dipartimento di Bioscienze dell'Universita' Statale di Milano. La prima dimostrazione sul cervello che la proteina attivata dalla luce era in grado di inibire l'attivita' dei neuroni e' stata fatta da Raffaella Tonini all'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e inoltre Moroni ha lavorato in collaborazione con la Columbia University di New York e L'Universita' dell'Arizona a Tucson.

La luce e' solo il primo degli stimoli fisici con il quale e' possibile attivare la proteina: lo studio, finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca, punta a costruire in laboratorio proteine sintetiche attivabili a distanza anche con ultrasuoni e campi magnetici.

"Abbiamo sperimentato la proteina su un modello di dolore neuropatico nel ratto: ha funzionato ed e' rimasta attiva per ore, quindi potenzialmente ha una funzione terapeutica", ha detto all'ANSA Anna Moroni. Dalla fisiologia vegetale, le sue ricerche l'hanno portata a studiare gli animali ed e' cosi' che nel suo laboratorio ha unito queste competenze. "Ho costruito in laboratorio un gene unendo il canale per il potassio di un virus con il fotorecettore di una pianta: il risultato e' un gene sintetico parzialmente derivato dalle piante", ha detto la ricercatrice. "Cosi' , e con l'aiuto dell'optogenetica, ho costruito una proteina che puo' essere attivata a distanza con la luce blu, per aiutare i neuroscienziati a inibire impulsi elettrici nel cervello". Inizialmente lo scopo era di ricerca , "ma poi mi sono trovata negli Stati Uniti per un anno sabbatico e sono entrata in contatto con un gruppo che lavorava sul dolore neuropatico". E' nata cosi' l'applicazione che ha portato a condurre con successo una serie di studi preclinici. "Al momento la validazione e' stata fatta solo a livello preclinico per quanto riguarda l'efficacia e stiamo preparando un dossier su criteri di sicurezza negli animali"

© RIPRODUZIONE RISERVATA