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Domenica 10 Novembre 2024
Una virologa trova una terapia e la sperimenta sul suo tumore
 Una ricercatrice   si è curata con successo il tumore del seno  utilizzando una   tecnica da lei messa a punto  e   basata su due virus da lei stessa coltivati in laboratorio.  A seguire questa   strada "non convenzionale"  , come lei stessa la definisce, è stata la virologa Beata Halassy dell'Università di Zagabria, che sulla rivista Vaccine   descrive  il suo caso come   "qualcosa da non imitare"  . Il risultato, del quale parla anche la rivista Nature   sul suo sito  , sta sollevando un   vivace dibattito etico  riguardo all'   auto-sperimentazione  . 
 
 Halassy aveva scoperto nel   2020  , quando aveva 49 anni, che un   nuovo tumore  si era formato nello stesso sito nel quale in precedenza aveva subito una mastectomia. Davanti a questa   recidiva  , la   seconda  , non si è sentita in grado di affrontare nuovamente la chemioterapia ma non si è arresa. Ha deciso di prendere in mano la situazione e ha cominciato a   studiare la letteratura scientifica  sfruttando   le sue competenze di virologa.  Così   ha calibrato sulla sua situazione una terapia  che oggi   si sta solo cominiciando a sperimentare  , chiamata   viroterapia oncolitica  . E' accaduto quattro anni fa e da allora il tumore non si è riformato. 
 
 La viroterapia oncolitica è un   settore emergente  e   utilizza i virus  sia   per aggredire le cellule tumorali  , sia   per stimolare il sistema immunitario  ad attaccare il tumore. Le sperimentazioni cliniche finora basate su questa tecnica, inizialmente condotte solo su tumori con metastasi, ora stanno considerando anche gli stadi più precoci dei tumori. Una di queste sperimentazioni cliniche, per esempio, è in corso negli Stati Uniti su casi di melanoma. Non esistono invece test sul tumore del seno.
 A spingere Halassy a sperimentare la tecnica su di sé è stata la sua   competenza in virologia  . Ha deciso di scatenare contro il suo tumore   due virus,  uno dopo l'altro: quello del   morbillo  seguito da uno dei virus della   stomatite vescicolare  , sui quali la ricercatrice aveva lavorato in passato ed entrambi utilizzati nelle sperimentazioni allora avviate. 
 
 Il preparato è stato direttamente iniettato nel tumore per due mesi, durante i quali gli oncologi hanno costantemente controllato la situazione per intervenire con la chemioterapia se le cose fossero andate male. Il   tumore  si è   ridotto progressivamente  senza gravi effetti collaterali, finchè non è stato possibile asportarlo chirurgicamente. In seguito la ricercatrice è stata trattata per un anno con un anticorpo monoclonale. 
 
 L'analisi del tessuto tumorale, infiltarto dalle cellule immunitarie chiamate linfociti, ha dimostrato che la terapia aveva funzionato con successo. 
 
 Dopo una decina di rifiuti da parte di riviste scientifiche, Hallasy è riuscita a pubblicare i suoi risultati. Nonostante le polemiche, la ricercatrice non ha rimpianti per la sua scelta e ritiene improbabile che qualcuno cerchi di imitarla perché la terapia che ha scoperto nel suo laboratorio richiede una notevole preparazione scientifica. Adesso ha ottenuto un finanziamento per sperimentare la sua terapie per trattare il cancro negli animali domestici
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