Le storie dimenticate
Giovedì 17 Ottobre 2013
I sotterranei dei castelli bergamaschi
tra segreti, labirinti e forzieri d'oro
di Emanuele Roncalli
Un labirinto intricato di cunicoli impenetrabili, dove si celano tesori inviolati, forzieri di monete d'oro. Dove? Nel sottosuolo della pianura. Avete storie del vostro paese o luoghi dimenticati da segnalare? Scrivete a [email protected]
Un labirinto sotterraneo e intricato, un reticolo di passaggi segreti, una rete di strette vie di collegamento, di cunicoli impenetrabili, regno di pipistrelli e fantasmi, dove si celano tesori inviolati, forzieri di monete d'oro. Dove? Nel sottosuolo della pianura Bergamasca.
Storia e leggenda si intrecciano, ma dietro ogni vicenda misteriosa sembra nascondersi un pizzico di verità, intrigante e ricca di fascino. Stiamo parlando delle gallerie e dei tunnel che corrono sotto castelli e fortezze della Media e Bassa Bergamasca. E come non iniziare da quello forse più celebre e sontuoso.
A Malpaga, durante la seconda guerra mondiale, si insediò un comando di milizie tedesche e slave. I soldati ispezionarono il castello alla ricerca di un nascondiglio per riporvi armi munizioni e viveri. Nel corso dell'esplorazione si imbatterono in un passaggio segreto: un tunnel a 10 metri di profondità, che partendo a nord del maniero, portava alla fortezza di Cavernago che dista circa un chilometro. La galleria è ora ostruita in più punti e non percorribile a causa del cedimento delle pareti e del crollo dei detriti.
A Marne si cela un angusto cunicolo collegato a Grignano sino alla fortezza di Trezzo d'Adda. Una galleria segreta grazie alla quale - si dice - il giovane Bartolomeo Colleoni assieme ad alcuni familiari sfuggì a un massacro riparando al di là del fiume. Il conte Marino Colleoni agli inizi del Novecento restaurò il castello visitò il cunicolo e lo fece murare. La galleria aveva muri pericolanti, ma molti dicono che il conte atterrito da macabre visioni, mise i sigilli alla porta.
Treviglio sarebbe collegata con il castello dell'Innominato a Brignano da tre lunghissimi sotterranei. Da via Carcano, via Roma e via Cesare Battisti partirebbero i cunicoli che racchiuderebbero fantastici tesori. Un quarto tunnel sarebbe diretto a Caravaggio.
Una galleria mai menzionata da memorie storiche o leggende è stata trovata alcuni anni fa a Soncino, in via San Pio V, durante alcuni lavori alla rete idrica. Ma la via era stata realizzata oltre mezzo prima da ignoti esploratori a caccia di... damigiane di vino. Il tunnel portava infatti nella canonica di San Giacomo di Soncino. Una galleria molto frequentata tanto che il parroco don Angelo Deste stanco dei furti di fiaschi la fece murare.
Anche la fortezza di Pagazzano nasconderebbe un passaggio segreto con il castello di Brignano. Il mistero è tenacemente ricordato nelle storie che i nonni raccontano ancora oggi ai nipotini. Il castello fu palcoscenico di sfide sanguinose, ebbe fra i suoi più illustri ospiti anche Francesco Petrarca e tra quelli più temuti Bernabò Visconti.
Fosche leggende legate ai sotterranei di cui pochi conoscono l'esatta topografia aleggiano nel ventre del castello di Torre Pallavicina. Il nemico che cercava di scovare i signori nascosti nei sotterranei cadeva in un pozzo e finiva a fettine. Solo gli amici conoscevano il tracciato esatto per non cadere fra le lame.
Ma il sottosuolo della Bassa non nasconderebbe solo luoghi inaccessibili e sinistri. Sotto castelli e fortezze si celerebbero anche bottini e scrigni colmi di preziosi. A Romano, un sotterraneo della Rocca custodirebbe il carro imperiale del Barbarossa, ma nessuno si avventuri a cercarlo se ha cara la pelle. A Martinengo, sotto la fortezza si dice ci sia un forziere con 70 mila ducati d'oro, una piccola parte del tesoro del Colleoni. Alla morte di Bartolomeo (1475) prima che gli eredi potessero mettere le mani sui beni paterni e su 150 mila ducati d'oro, sul posto giunse un gruppo di emissari di Venezia che mise i sigilli alla porta della casa del capitano di ventura e se ne andò con 80 mila ducati d'oro. Dove sono finiti gli altri 70 mila?
La caccia al tesoro è aperta. Anzi in passato un gruppo di aitanti giovani, riuniti nel sodalizio «Anonima tesori e fantasmi», si diede da fare per riportare alla luce eventuali bauli colmi di monete. Il sodalizio aprì sedi in via Adua e in via Terraccio, poi al bar Cadorini di via Roma. Alfeo Pagin, Provino Vitali, Max Mafforic, Franco Buttinoni, Augusto Bonomi, Antonio Arrigoni, Felice Perolin e Piero Ferrari erano alcuni degli avventurosi e temerari esploratori - come scriveva L'Eco del 1° giugno 1956 - convinti sostenitori che una parte della storia bergamasca era rimasta sepolta. Ma le ricerche nei tunnel di Treviglio, Brignano, nei castelli di Urgnano, Pandino e Trezzo non ebbero esito felice. Altre incursioni anche negli scantinati di Palazzo Silva a Treviglio e alcune residente nobili ma senza successo.
All'«Anonima» va però riconosciuto il merito di aver trovato quelle che potremmo definire le antiche camere a gas del castello di Trezzo, le prigioni cioè dove aleggiava aria nauseabonda irrespirabile per la presenza di pipistrelli. Poca gloria, magra consolazione, ma chissà che non si torni a scavare. La storia non può rimanere sepolta nell'oblìo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA