S. Giovanni Bianco, corteo per l’ospedale
«Ridateci i servizi»: in 4 mila per salvarlo

La Valle Brembana scende in strada per il suo ospedale. L’iniziativa lanciata da un comitato spontaneo, a pochi giorni dalla riorganizzazione dei servizi nell’ospedale di San Giovanni Bianco, era in programma sabato alle 15 e ha richiamato - secondo le ultime stime - almeno 4 mila persone.

Un corteo lunghissimo che dalle 15 dal piazzale della stazione ha raggiunto il presidio sanitario. Al motto «Salviamo il nostro ospedale!» e «I bambini hanno il diritto di essere curati», l’obiettivo è il mantenimento dei servizi ospedalieri e il ripristino di quelli già disattivati.

L’iniziativa popolare fa eco alle preoccupazioni sollevate dagli stessi medici che lavorano all’ospedale di San Giovanni Bianco. I quali hanno fatto notare come il venire meno delle reperibilità notturne di ortopedico, pediatra e radiologo «potrebbero mettere in difficoltà il pronto soccorso».

Di più: nella serata di venerdì, proprio il 1° aprile, a motivare il trasferimento a Bergamo del piccolo Loris, otto anni e un’appendicite in agguato, hanno concorso altri due elementi. Primo, il reparto di Pediatria chiuso (sempre a partire da due giorni fa) dalle 16,30, con la conseguente impossibilità di poter ricoverare il piccolo paziente per accertamenti e l’accordo già in essere di trasferire i pazienti in età pediatrica nell’ospedale cittadino, il «fratello maggiore» di quello brembano che dal 1° gennaio fa parte dell’Azienda socio sanitaria territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Secondo, si fosse ravvisata la necessità urgente di operarlo, anche questo non si sarebbe potuto fare nel presidio brembano (bambino o adulto che fosse), vista la presenza di un solo chirurgo. «Sarebbe pure stato trasferito al Papa Giovanni XXIII – confermano dalla struttura – mentre per i ricoveri non ci sono problemi».

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