«Niente scialpinisti sulle piste da discesa»
La preoccupazione e la legge da rispettare

«Non si vogliono allontanare gli scialpinisti perché non pagano, ma per sicurezza». Fossati: c’è una normativa, che va rispettata. Per pista si intende anche il bordo.

«Dubbi non ce ne sono. C’è una normativa regionale che, a sua volta, riprende una legge nazionale. Sulle piste da sci da discesa non possono salirci scialpinisti, ciaspolatori e pedoni. Neppure a bordo pista». Massimo Fossati è presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari di Lombardia e amministratore di Imprese turistiche barziesi (Itb) che gestisce il comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio. Sulla questione scialpinisti è decisamente categorico. «Per motivi di sicurezza – dice – e perché va rispettata la legge: le forze dell’ordine possono intervenire e sanzionare eventuali trasgressori».

La querelle torna a far discutere all’indomani del «giro di vite» applicato già dal primo giorno di apertura alla stazione sciistica di Foppolo: scialpinisti che sono stati avvertiti dai carabinieri di eventuali future sanzioni in caso di mancato rispetto della normativa in questione. Con il mondo dello sci diviso: c’è chi vorrebbe più tolleranza consentendo a ciaspolatori o skialper di risalire a bordo pista e chi, invece, li vuole fuori in ogni caso.

«Per pista si intende anche il bordo - continua Fossati - . E la legge parla chiaro. So di sollevare le critiche di tanti, magari di chi è legato al mondo dei Cai. Ma non sono i gestori degli impianti che, a discrezione, impongono una norma: le forze dell’ordine possono intervenire. Peraltro, si tratta di un problema generale delle stazioni sci, chi meno e chi più. Ci sono centri sciistici, come il Pora, per esempio, dove l’afflusso di skialper è notevole. Tra l’altro, accentuato, come in questo periodo, dove si scia quasi esclusivamente su neve programmata, quindi in genere con tracciati più stretti. Ovvio, che, in mancanza di neve gli scialpinisti cercano le piste innevate».

«Non è però una questione economica - continua il presidente di Anef - . Non si vogliono allontanare gli scialpinisti perché non pagano, ma per questione di buon senso e sicurezza. A maggior ragione il divieto è valido dalla chiusura degli impianti fino alle 23, quando le piste sono, a tutti gli effetti dei cantieri, con battipista e verricelli in azione. Pensiamo a cosa potrebbe succedere in caso di rottura di un verricello (utilizzato per aiutare il battipista a risalire, ndr). L’autista riuscirebbe a ripararsi ma un eventuale scialpinista sul tracciato sarebbe devastato dalla forza della fune».

Di fronte al divieto, allora, gli scialpinisti hanno chiesto a più riprese percorsi alternativi per evitare di intersecare le piste da discesa. Come quello, peraltro, tracciato l’anno scorso a Foppolo da Simone Moro (dal piazzale alberghi al Dordona e da qui verso il Montebello).

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