Cinque ospedali e un elicottero
Ma Luigi, 81enne di Nembro, ha vinto

La storia di Luigi Cortinovis, ottantunenne di Nembro, è una storia di speranza. Una di quelle che quando ci vengono raccontate fanno bene al cuore, soprattutto in un periodo così triste e drammatico.

Una storia che parte dall’epicentro lombardo del contagio, che passa per gli ospedali di Como, Pescara e Penne (provincia di Pescara) per terminare a Sarnico. Fortunatamente nel migliore dei modi.

Luigi, infatti, è stato colpito dal Coronavirus alla metà di febbraio, è stato in terapia intensiva, intubato e in coma farmacologico, dal 1 marzo alla metà di aprile ma ha avuto la forza di sconfiggere il virus e ora pian piano si sta riprendendo. Luigi che «è un alpino, un combattente con tanta grinta», così lo descrive il figlio Giorgio e così lo descrivevano i medici e infermieri ogni volta che chiamavano i suoi familiari e tenevano vive le speranze.

«A metà febbraio - ripercorre questo difficile periodo il figlio Giorgio - ha iniziato ad accusare i primi sintomi: aveva febbre e faceva fatica a respirare. Ma in quel periodo non sapevamo ancora che il Covid era così aggressivo e così abbiamo chiamato i medici e ci hanno detto di curarlo con la tachipirina da casa. Poi, però, a fine febbraio le sue condizioni sono peggiorate e il 28 febbraio è stato ricoverato all’ospedale di Alzano Lombardo ed è risultato positivo».

L’1 marzo viene trasferito all’ospedale di Como. «È stato ricoverato in terapia intensiva, intubato e in coma farmacologico - continua il figlio -, poi il 14 marzo l’hanno trasferito in ambulanza a Pescara, sempre in terapia intensiva, e il 21 marzo all’ospedale di Penne». Un’odissea per Luigi, ma i suoi familiari in tutto questo hanno apprezzato la grande umanità, disponibilità e professionalità di medici e infermieri che si sono sempre preoccupati di tenerli aggiornati sulle condizioni di loro padre.

«Distanti ma uniti - sottolinea Giorgio -, è così che ci hanno fatto sentire e per questo li ringraziamo». Luigi ha iniziato a riprendersi a metà aprile e, grazie allo staff dell’ospedale di Penne, i figli sono riusciti a vederlo e sentirlo spesso, attraverso le video chiamate. «La prima volta che me lo hanno fatto vedere mi mancava il fiato - dice emozionato il figlio -, era magrissimo, quasi non lo riconoscevo ma poi guardando i suoi occhi e vedendo il suo sorriso ho detto: “Sì, è lui”».

Giovedì scorso, il 23 aprile, Luigi viene trasferito al Centro Habilita di Sarnico in elicottero per un periodo di riabilitazione. All’inizio della settimana scorsa è risultato negativo ad entrambi i tamponi. Lunedì - dice felice il figlio Giorgio - io e mio fratello Luca potremo andare a visitarlo e la voglia di vederlo di persona, dopo così tanto tempo, è davvero tanta. Ogni domenica ci si ritrovava tutti insieme e lui è sempre stato il fulcro della famiglia». Una famiglia numerosa quella di Luigi: oltre al figlio Giorgio di 47 anni ne ha altri 3: Giovanni (52 anni), Emiliana (49 anni) e Luca (45 anni) e ha anche 6 nipoti. La moglie Gabriella è deceduta 2 anni fa per malattia.

Prima della pensione Luigi ha fatto prima il camionista poi il giardiniere ed è sempre stato membro attivo del gruppo Alpini di Nembro e appassionato dell’orto. «Ancora oggi medici e infermieri mi scrivono per avere notizie sulle condizioni di mio padre - conclude Giorgio -, ci hanno sempre sostenuto e ci stanno mostrando davvero una grande umanità». Ora Luigi non riesce ancora a parlare e i figli hanno voluto dedicare una lettera allo staff dell’ospedale al suo posto. «La vostra vicinanza mi ha fatto sentire un po’ meno la mancanza di casa, dei miei figli e nipoti, che sempre grazie a voi potevo vedere ogni tanto attraverso i cellulari. Ho visto nei vostri occhi la passione e l’amore per il vostro lavoro e per il prossimo. Ero spaventato ma mi avete dato coraggio e, insieme, siamo riusciti a vincere la battaglia contro questa malattia. Ho ancora un po’ di strada da fare per vincere la guerra, ma sappiate che un pezzo del mio cuore resterà sempre con voi».

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