Nessuna soluzione ad Alzano
Il sindaco Nowak si è dimesso

Annalisa Nowak, sindaco di Alzano, si era data come termine ultimo venerdì 15 gennaio per scovare un’intesa con la maggioranza e continuare il suo mandato, ma non c’è stato nulla da fare e così il primo cittadino ha comunicato le sue dimissioni.

«È stato un gesto estremo - si legge nella nota - dettato dall’impossibilità per me di garantire un governo della città, secondo l’indirizzo che mi ero data, con la coesione di tutte le persone coinvolte in questa esperienza amministrativa»

«Lascio - continua la nota - perché non mi è stato riconosciuto un ruolo di garanzia, senza il quale nessuna soluzione è possibile. Ogni ipotesi da me proposta è stata considerata con pregiudizio, mettendo in discussione la mia onestà intellettuale e morale».

Il suo gruppo consigliare di «Gente in Comune» mercoledì aveva spiegato i motivi dello strappo, chiedendo alla Nowak di ripartire accogliendo l’istanza di rimpasto oppure chiudere l’esperienza amministrativa dopo che, soltanto 18 mesi fa, aveva vinto largamente le elezioni, ponendo fine all’amministrazione leghista che era al governo di Alzano da vent’anni.

Il clima teso era venuto allo scoperto con la revoca delle deleghe all’allora vicesindaco Manuel Bonzi e il successivo Consiglio comunale del 20 novembre, a cui avevano partecipato moltissimi cittadini e durante il quale il gruppo consiliare di maggioranza aveva abbandonato l’aula chiedendo al sindaco un rimpasto della Giunta.

Una proposta rispedita al mittente dal primo cittadino che aveva dichiarato di «aver sempre riposto la massima fiducia nella mia Giunta e nel lavoro svolto». Da allora, un crescendo di tensione, fino all’annuncio del 5 dicembre: «Mi dimetterò il 15 gennaio - aveva detto Nowak - e sono pronta a ricandidarmi alle prossime elezioni».

L’ultimo mese era stato dominato da riunioni e da tentativi di riavvicinamento tra le due parti, ma nemmeno il tentativo di mediazione di due persone esperte dal punto di vista politico-amministrativo come Franco Cornolti e Eugenio Cavagnis, ex sindaci rispettivamente di Villa di Serio e di Nembro, ha avuto buon esito. La soluzione proposta dai due mediatori era lo sdoppiamento dell’assessorato a Lavori pubblici, Urbanistica e Gestione del territorio, con l’affidamento dei Lavori pubblici a un nuovo assessore, scelto dal sindaco tra una rosa di nomi proposta dal gruppo. Accettata dai consiglieri anche se giudicata «al ribasso rispetto alle richieste», la proposta non era stata presa in considerazione dal sindaco. Che aveva invece rilanciato con l’ingresso in Giunta di una nuova figura a cui affidare l’assessorato a Commercio, Manutenzioni e Turismo. Una proposta che «non risolve le problematiche evidenziate, continuando a rendere ingovernabile questa amministrazione», aveva replicato il gruppo.

Ma perché questa crisi? Per il capogruppo di maggioranza Vladir Alberti è dovuta - l’aveva spiegato mercoledì alla stampa - a una «differenza di metodo. La responsabilità della situazione creatasi non è attribuibile al gruppo». Ma la spaccatura era interna anche alla stessa Giunta, come testimoniato dall’assessore esterno Rosanna Moioli che in conferenza stampa aveva sottolineato: «Il sindaco difende solo l’operato di una parte della Giunta, che si è spaccata in due: quella di serie A e quella di serie B».

© RIPRODUZIONE RISERVATA