Premolo, insulina al marito nel caffè
Chiesta condanna a 14 anni

La richiesta di condanna è stata formulata martedì 4 luglio al Tribunale di Bergamo a carico di Laura Mappelli, la donna di Premolo che nel dicembre del 2015 avrebbe dato l’insulina al marito rischiando di ammazzarlo.

14 anni di reclusione, è la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero nel processo per tentato omicidio a carico di Laura Mappelli, 40enne di Premolo che era stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio per aver tentato di aver addormentato il marito Bortolo Rossi con un sonnifero sciolto nel caffè e di avergli poi somministrato dell’insulina causandogli una crisi ipoglicemica che, secondo i consulenti della parte civile, poteva essere letale.

Laura Mappelli, 49 anni, di Premolo, ex infermiera ausiliaria alla casa di riposo di Albino, che nella sua deposizione ha negato tutto dicendo di aver pensato a un infarto come causa del malessere del marito: da qui la chiamata al 118. In aula, era passato anche Roberto Quaranta, 52 anni, autista di bus di Albino, attuale compagno dell’imputata, il quale aveva raccontato che si erano conosciuti durante la sua degenza (dal 16 agosto al 19 ottobre 2015), dovuta a un incidente, nella struttura sanitaria dove lei lavorava. «All’inizio il rapporto era tra paziente e infermiera - ha raccontato -, poi è scattato qualcosa. Quando, alla vigilia della mia dimissione, ho visto che era triste, ho capito cosa la signora Mappelli provava per me e io per lei. Così, ci siamo dichiarati. Era una cosa seria - ha spiegato l’uomo -. Del marito lei non temeva la reazione. Ma avevamo deciso di uscire allo scoperto più avanti per non dare dispiacere ai suoi genitori, che sono anziani e non avrebbero digerito la separazione, visto che s’era sposata da poco». La mattina del 4 dicembre 2015, quando Rossi accusa il malore e viene trasportato al «Papa Giovanni» in elicottero in coma ipoglicemico, è Quaranta che accompagna l’imputata a Bergamo: «M’ha telefonato agitata, dicendo che il marito aveva avuto un infarto».

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