Spiagge, saline e benessere
nel placido golfo di Portorose

È un Mediterraneo un po’ tedesco quello che bagna il placido golfo di Portorose, la località turistica più importante dell’Istria slovena.

C’è il mare, ovviamente, ma colpisce la vegetazione rigogliosa come nelle più fresche colline dell’Austria, o l’ordine e la pulizia tipica delle latitudini settentrionali. Non c’è il caos delle coste balneari di casa nostra, le auto si fermano a lasciar passare i pedoni, come in Svizzera.
Del resto qui era terra d’Asburgo, la casata innestatisi su una storia che da secoli parlava veneziano, come il dialetto di questi luoghi. Portorose è l’evoluzione moderna di un vero gioiello, il borgo di Pirano che si incunea nell’Adriatico come un fuso. Nella patria di Giuseppe Tartini, il violinista del Settecento, autore del Trillo del diavolo, l’incontro tra l’eredità veneziana e quella austriaca ha permesso di evitare gli scempi urbanistici e architettonici del socialismo reale, che ha governato il dopoguerra sloveno fino al crollo della Jugoslavia, di cui la Slovenia faceva parte.

In realtà l’Istria è un luogo di convivenza di tradizioni differenti, qualcosa di più simile all’Italia di altre parti della ex-Jugoslavia. E, sebbene la penisola sia stata teatro di una tra le più brutte vicende della contesa tra il nostro paese e l’Austria prima, e il regime comunista di Tito poi, durante la dittatura la gente di queste parti viveva della vicina Trieste. Era un’economia frontaliera, gli istriani lavoravano e si rifornivano in Italia e la cosa era tollerata dalle autorità jugoslave incapaci di garantire lo stesso livello di benessere. Nacque così l’idea di trasformare Portorose, da antica meta turistica asburgica, in un paradiso del gioco d’azzardo. La cosa funzionò fino a che italiani e tedeschi poterono permettersi di buttar via i soldi, ma la crisi ha lasciato al golfo istriano una reputazione non brillante e l’idea di un posto da turismo di massa.

La realtà era tutt’altra, ed è ciò che le imprese turistiche e le autorità del luogo stanno cercando di dimostrare negli ultimi anni. Il mare sloveno è una costa di quaranta chilometri, circa il 10 per cento di tutta l’Istria, per il resto croata. Un pizzico di Mediterraneo, si sono detti gli operatori turistici di Portorose. E così è nato lo slogan del nuovo volto della località. Un pizzico, a ricordare il prodotto per secoli più ricco di questa terra: il sale. Sul sale, sulle sue proprietà alimentari e terapeutiche si costruisce la nuova Portorose. La grande salina di Sicciole, che dà sul golfo di Pirano, è coltivata ancora e i salinai ripetono gesti antichi. Nel 1200 i monaci del vicino convento benedettino, osservando il fatto che i salinai non avevano problemi di malattie alla pelle o reumatismi, avevano compreso le proprietà terapeutiche del sale: nasceva la talassoterapia.

Anche in ricordo di questa lunga storia, Lepa Vida ha pensato di installare nel mezzo delle saline una moderna spa vista tramonto. Il sale e l’acqua marina rifluiscono poi nel grande centro termale costruito da LifeClass in mezzo ai suoi Hotel di punta, Slovenija (5 stelle, appena ristrutturato), e il Grand Hotel Portorož (5 stelle), combinando due moderni complessi di piscine, uno con acqua di mare riscaldata, l’altro con il Mare Primordiale termale, acqua che proviene dalle falde marine sotterranee. Attorno sette centri benessere con un’offerta curativa tra le più complete d’Europa. Per di più con un collegamento diretto alla spiaggia, che realizza l’idea di «terme al mare».

Portorose ha un’offerta alberghiera di prim’ordine, a partire dal sontuoso Kempinski Palace, da poco riportato agli splendori dell’epoca liberty, o il Grand Hotel Bernardin, che sorge a strapiombo sul mare, una marina per la nautica, strutture per ogni tipo di sport, ma è l’accostamento con l’antica Pirano, che la rende completa. La perla veneziana è perfettamente conservata, sulla sua collina svetta il campanile, stile S.Marco, della chiesa di S.Giorgio. Il centro della città murata è oggi una bella piazza pedonale, ma fino al 1894 era un porto, attorno al quale i veneziani hanno costruito bei palazzi.

Pirano è una penisola coronata da una magnifica spiaggia, su cui sorgono piccoli alberghi deliziosi, come l’Hotel Piran. Alla base della penisola, dalla parte opposta della città, si trova un piccolo lago separato dal mare da una striscia di terra, sulla quale si affaccia l’Hotel Barbara. La presenza di molte baie e insenature ha reso questo breve tratto di mare un luogo adatto all’allevamento dei pesci. Ci ha creduto l’azienda Fonda che alleva branzini con tecniche naturali, di cui fa mostra ai molti visitatori che chiedono di passare qualche ora sulle barche ad osservare come vengono seguiti e nutriti questi voraci animali.
Le possibilità turistiche della Slovenia istriana sono innumerevoli. Il pizzico di Mediterraneo della sua costa è come il punto da cui afferrare tutto il suo meraviglioso entroterra: colline, piccoli borghi, oliveti, vigneti, boschi, tartufaie. In pochi chilometri si concentra tutta la bellezza cresciuta attorno al mare che ha fatto la storia del mondo.

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