Bergamo, tutti scarcerati i sette ultrà atalantini

Quattro ai domiciliari, uno all’obbligo di firma e altri due liberi. Le accuse: resistenza e danneggiamento Tifoso scagionato dal cane: impossibilitato a partecipare ai disordini perché teneva in braccio l’animale

Hanno lasciato le loro celle sette dei dieci ultrà atalantini finiti in manette dopo gli scontri di Atalanta-Milan: altri tre restano per ora dentro, in attesa dell’interrogatorio di convalida previsto per oggi. Il giudice delle indagini preliminari Alberto Viti ieri ha convalidato tutti gli arresti, scarcerando senza obblighi due tifosi e disponendo misure cautelari alternative per gli altri 5: quattro sono agli arresti domiciliari e uno ha l’obbligo di firma. Sei di loro hanno respinto le accuse, uno invece ha parzialmente ammesso, inchiodato dai video delle telecamere a circuito chiuso visionati da polizia scientifica e Digos. E. G., 22 anni, muratore di San Giovanni Bianco, incensurato e mai diffidato, difeso dall’avvocato Pietro Donadoni, ha confermato anche al gip quello che già aveva dichiarato al pm Domenico Chiaro: e cioè che, sì, è lui uno di quelli che reggono il tombino usato per sfondare la vetrata di recinzione della «Pisani». Su richiesta dello stesso pm, gli è stato applicato l’obbligo di firma.Il gip di Milano ieri ha intanto scarcerato i due ultrà milanisti arrestati per i disordini al Comunale. Erano accusati di essersi coperti il volto durante i tafferugli, ma il pm Spadaro per loro non ha neppure chiesto la convalida dell’arresto. Infine, mentre in questura a Bergamo continuano a visionare i filmati, in queste ore i poliziotti della divisione anticrimine stanno preparando i Daspo per gli scontri scoppiati domenica: secondo indiscrezioni, sarebbero molti di più dei dieci provvedimenti quasi sicuramente destinati ai tifosi arrestati tra lunedì e martedì.(14/11/2007)

© RIPRODUZIONE RISERVATA