Sardegna, primi anni ’90. Giuseppe Vinci, erede di una nota catena di supermercati diffusa in tutta l’isola, viene rapito dall’Anonima Sequestri. Inizia così il sequestro più lungo nella storia dell’organizzazione: 310 giorni di paura, silenzi e trattative impossibili. Mentre Giuseppe lotta per sopravvivere in una prigionia fatta di buio e isolamento, suo padre Lucio Vinci affronta un nemico altrettanto implacabile: la burocrazia e l’indifferenza dello Stato italiano. Nonostante il blocco dei beni imposto dal governo, Lucio è disposto a tutto pur di riportare suo figlio a casa. Quando finalmente Giuseppe viene rilasciato, la famiglia scopre che la libertà ha un prezzo ancora più alto: il pagamento di un riscatto di 4 miliardi e 250 milioni di lire, su cui lo Stato pretende persino le tasse. Una doppia condanna che segna la fine della loro impresa e il crollo di un mondo. Il film racconta non solo un sequestro, ma una ferita collettiva — l’assurdità di una giustizia che punisce chi sopravvive.