In un futuro prossimo dominato da una televisione feroce e da un sistema che affama chi non si piega, il programma più seguito al mondo è “The Running Man”: un reality estremo in cui i concorrenti — detti “Runner” — devono sopravvivere per 30 giorni in fuga, braccati da killer professionisti chiamati “Cacciatori”. Ogni mossa è trasmessa in diretta, ogni caduta esulta come intrattenimento. Ben Richards è un uomo qualunque, con un conto in banca vuoto e una figlia gravemente malata. Per salvarla, accetta l’unica offerta che gli rimane: entrare nel gioco. L’ideatore-regista dello show, Dan Killian, lo convince che è la sua ultima chance. Ma Ben non rispetta il copione: corre, lotta, resiste. Contro ogni previsione, Ben diventa il simbolo della speranza per il pubblico. Quando gli ascolti schizzano, il gioco si fa ancora più sanguinoso: non è più solo la sua vita in pericolo, ma la volontà collettiva che lo vuole abbattere. E lui non scappa solo dai Cacciatori: scappa dal proprio destino, dall’indifferenza, dall’intero sistema che gli ha rubato molto prima di quel momento.