A passo di gambero
E il calendario fa paura

Non siamo all’allarme rosso, perché qualunque provinciale firmerebbe per avere 7 punti di margine sulla terzultima in classifica a 11 giornate dalla conclusione del campionato.

Ma dopo l’1-1 di Carpi, nel quale l’Atalanta ha creato una sola azione degna di tal nome (peraltro concretizzandola in gol, dunque dovremmo parlare di squadra tremendamente efficace e inesorabile...), sorgono spontanee diverse e inquietanti riflessioni.La prima è che, pur sfidando la penultima della classe, che ha confermato la sua clamorosa debolezza tecnica, tatticamente ha concesso ghiotte chance e non ha nemmeno giocato con il coltello tra i denti, l’Atalanta non è stata in grado di prevalere e più in generale ha offerto una prestazione disarmante per il non gioco espresso e per la carenza di personalità e determinazione nel conservare quello che sarebbe stato un preziosissimo 1-0.

È vero che nelle dodici giornate in cui non ha vinto (e nel ritorno ha perso anche contro il Verona, quasi spacciato) l’Atalanta è stata anche interprete di performance positive, ricordiamo il pareggio contro l’Inter, salvata dalle parate di un super Handanovic, o comunque non censurabili in toto, ma la striscia negativa è impietosa e se la squadra si esprime sempre con crescente preoccupazione, perché non si sblocca, come ha ammesso Reja, come potrà contrastare nelle prossime partite Juventus, Lazio, Bologna e Milan, rivali a distanza siderale dal Carpi come potenzialità?

Ed è vero che ogni partita fa storia a sé (dodici però no....), che Gomez è infortunato, che Diamanti e Borriello devono ancora carburare e che Pinilla sta giocando in modo sconcertante, ma è trascorso ormai un mese dalla fine del calciomercato e dal rientro dell’attaccante cileno in campo, eppure progressi evidenti non si intravedono nel gioco di squadra. Nonostante Reja abbia deciso di puntare decisamente sul 4-3-3, ovvero sul modulo che la squadra conosce di più e aveva prodotto punti e spettacolo per più di tre mesi. Ma sono in primis l’apprensione e l’insicurezza palesate a disegnare un grande punto interrogativo .

C’è il rassicurante +7 sul Frosinone a smorzare la tensione, ma comunque è un margine che non deve ingannare perché nelle prossime due giornate potrebbe ridursi notevolmente considerato il calendario (Atalanta-Juventus e Lazio-Atalanta contro Frosinone-Udinese e Capi-Frosinone) e allora sì che suonerebbe l’allarme rosso. Tra un paio di settimane con ogni probabilità sapremo se l’Atalanta si trascinerà stancamente ma senza affanno verso la salvezza o se nasceranno problemi seri.

Intanto l’Atalanta sta camminando come i gamberi, ovvero all’indietro. I nerazzurri sono tredicesimi, sono stati agganciati dall’Udinese (curioso vedere Colantuono e Reja a braccetto in classifica), a due punti ci sono Genoa e Sampdoria e a tre il Palermo. Non è da escludere che i bergamaschi perdano ancora posizioni delle prossime giornate. Continuiamo a ripetere che non crediamo che i nerazzurri finiranno seriamente a lottare per non retrocedere, ma dobbiamo cambiare un po’ l’angolazione della nostra considerazione: l’Atalanta si salverà non tanto perché è più forte delle principali candidate alla retrocessione, ma perché queste ultime sono davvero scarse.

Frosinone, Carpi e Verona in pratica come Cagliari, Cesena e Parma nello scorso campionato. Allora i bergamaschi si classificarono in 17ª posizione a +3 dai sardi terzultimi, potrebbe finire più o meno così anche quest’anno. Sarebbe salvezza, ok, la quinta consecutiva, che è l’obiettivo principale, ma per la seconda stagione consecutiva sarebbe fallito l’obiettivo superiore, ovvero consolidare l’Atalanta in una posizione di centroclassifica per creare le premesse di un futuro meno sofferto e più ambizioso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA