C’è da ricostruire
praticamente tutto

La peggior Atalanta della stagione in coincidenza con l’esordio di Edy Reja sulla panchina nerazzurra? No, perché l’Atalanta allo stadio Tardini non si è nemmeno vista, non c’era. E dopo lo squallidissimo 0-0 contro il Parma regna ancora lo sconcerto tra i tifosi bergamaschi.

Che sono sempre più preoccupati e temono la retrocessione. È vero che ci si può consolare con un Cagliari in crisi come i nerazzurri, con la differenza che i sardi sono a -4 (cioè -5) dall’Atalanta e che il nuovo ribaltone in panchina, da Zola a Zeman, è un grande punto interrogativo, ma è altrettanto vero che c’è un Cesena (20 punti), pur a -4, rivitalizzato che sta lottando come un leone e sulla carta ha un calendario favorevole, se non altro perché avrà la possibilità di giocare in casa i tre principali scontri diretti per la salvezza, ovvero quelli contro Chievo (26), Atalanta (24) e Cagliari (20).

Se l’Atalanta è quella (non) vista al Tardini, non c’è nemmeno da discutere, è già retrocessa. Perché se contro l’ultima della classe, con mille problemi extracalcistici e un’autonomia limitata, non mostri la minima aggressiva e personalità, non tiri praticamente mai in porta e addirittura nella ripresa sei tu a rischiare, il tuo destino è già segnato. Nessuno pretendeva una manovra scintillante e gol a grappoli, dopo soltanto quattro giorni di allenamenti con Reja, ma che si giocasse con le palle sì.

Ma se l’Atalanta è ormai una delle più serie pretendenti al ruolo di delusione di campionato (una caduta verticale pensando allo scorso torneo), ci rifiutiamo di credere che il nulla di domenica sia destinato a ripetersi. Sarebbe veramente il fallimento totale, della squadra, dell’allenatore e del club. Il calcio è strano e i processi mentali ancor di più. E dunque può essere - lo speriamo - che l’Atalanta volesse spaccare il mondo, reagire dopo l’esonero di Colantuono, e invece le sono tremate le gambe, tanto da ridursi a puntare al pareggio senza colpo ferire al minimo vento contrario. Fallendo così per la seconda settimana di fila la possibilità d’ipotecare mezza salvezza con una vittoria scacciacrisi.

Non crediamo che Reja - probabilmente anche lui spiazzato dal blackout mentale di un’Atalanta che ancora non può conoscere bene - abbia responsabilità sul disastro di domenica. Ma Reja è atteso da un lavoro improbo in settimana e l’unico dato positivo è l’aver cancellato la serie di quattro ko consecutivi. La speranza è che il punto del Tardini possa essere il primo mattoncino per la ricostruzione di un’Atalanta presentabile. Sicuramente i problemi da risolvere sembrano enormi: la squadra pare giù fisicamente, non ha più fiducia in se stessa, il gioco d’attacco - una lacuna ormai cronica che si trascina da tempo - è quasi inesistente e le punte sono sterili (4 gol Denis in 25 giornate e 1 Pinilla in 8).

Perlomeno, ad aiutare Reja nel suo obiettivo di dare una manovra produttiva alla squadra dovrebbe esserci Moralez, che sembra poter recuperare per il match di domenica contro l’Udinese. Sarebbe una manna perché contro i friulani sarà proibito fallire, in tutti i sensi.

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