Modulo a due in porta
Mercato: è un 6 scarso

Dopo la fine del calciomercato estivo abbiamo scoperto il modulo inedito che utilizzerà mister Gasperini: due in porta.... Perdonateci la battuta, ma è per sdrammatizzare un momento non felicissimo per l’Atalanta. Due ko di fila in campionato, con problemi tattici da risolvere e molti errori individuali da eliminare, e un’ultima giornata di trattative non gestita bene, perlomeno sul piano della comunicazione: ci riferiamo alla frase del dt Sartori che dava per scontata la cessione di Sportiello.

Quasi tutti i commenti arrivati in redazione, e sono stati numerosi, hanno bocciato senza pietà il calciomercato dei nerazzurri, ma si sa che i lettori di consueto scrivono per criticare, non per lodare, quindi non possiamo dire quale sia effettivamente l’orientamento prevalente della tifoseria atalantina, ma che non ci siano stati salti di gioia è scontato. Dare una valutazione al calciomercato dell’Atalanta è abbastanza complicato. Così come deve essere stato abbastanza complicato ridisegnare quasi in extremis l’organico pensando più al 3-5-2, modulo di base delle prime due giornate, che al 3-4-3, testato nel precampionato e un po’ scemato nelle idee dell’allenatore, almeno per il momento. In tal senso è rientrato alla base Grassi, un uomo in più per il centrocampo, ma non è approdato a Bergamo El Kaddouri che avrebbe garantito maggiore tecnica a un reparto in primis muscolare.

In attacco si è ingaggiato il 24enne serbo Pesic, destinato a essere un’alternativa a Paloschi. Un’alternativa come Pinilla (fin qui un oggetto misterioso) e Petagna. Non siamo conoscitori del calcio internazionale a tal punto da poter dire se Pesic abbia le carte per sfondare in Italia, quello che si può dire senza timore di essere smentiti è che i numeri (57 presenze e 8 gol nel Tolosa, Ligue 1 francese) non sono esaltanti. È il motivo per il quale il nostro voto al mercato atalantino è un 6 scarso con il punto interrogativo.

In estrema sintesi, e per ricordare soltanto i giocatori principali, in difesa non ci sono più Paletta e Bellini, rilevati da Zukanovic e Konko, il centrocampo è rimasto orfano di de Roon e Cigarini e sono stati sostituiti da Kessié e Grassi, mentre in attacco via Borriello (il rimpianto più grosso, sarebbe stato utilissimo) e Diamanti per Paloschi e Pesic. Il campo dirà se la squadra è stata rinforzata o indebolita. Dei tre big de Roon, Gomez e Sportiello alla fine è stato ceduto soltanto l’olandese (e per 14 milioni, non bruscolini) e dunque le promesse di non smantellare la squadra sono state mantenute con un +7,5 milioni di saldo attivo da sottolineare pensando che una squadra provinciale può sopravvivere soltanto se è gestita in modo oculato sul piano finanziario.

Il problema che non pensavamo dovesse esserci è quello inerente il portiere. Al di là dei rapporti non idilliaci tra Sportiello e Gasperini, è evidente che Sportiello è più forte di Berisha e che il club ha il dovere di salvaguardare un suo patrimonio tecnico economico non indifferente. È però lampante che - se continuerà a collezionare papere - uno dei pilastri delle ultime due annate atalantine diventerà indifendibile. Sta a Sportiello resettare tutto e dimostrare di nuovo di essere uno dei portieri emergenti più forti in Italia. Se lo farà si garantirà un futuro in una grande, sia pure con un anno di ritardo.

Abbiamo parlato della gaffe di Sartori che però non deve essere drammatizzare, così come - per valutare il calciomercato atalantino - si deve pensare più in generale a come si sono sviluppate le trattative nazionali. Se la Juventus - che pure è stata artefice di un’estate straordinaria - è stata beffata sul filo di lana dallo Zenit e ha perso Witsel, il Milan non ha avuto lo straccio di un quattrino per rinforzarsi e l’Inter ha speso più di 100 milioni, ma non ha colmato le sue croniche lacune nel settore esterno della difesa, vuole dire che le strade del calciomercato sono sovente lastricate di trappole e imperscrutabili. Carenze e affari saltati rientrano nella logica del bazar pallonaro, non c’è da esagerare con le critiche.

Anche perché, se analizziamo gli affari delle squadre che sulla carta dovrebbero correre per la salvezza, vediamo - per basarci sui voti della Gazzetta dello Sport (6 per l’Atalanta) - che molte delle squadre in lizza per non retrocedere hanno ricevuto insufficienze: 5 a Palermo, Pescara, Udinese e Chievo, 5,5 a Empoli e Bologna, mentre il Crotone ha strappato il 6. Più o meno siamo d’accordo, anche se il Bologna sembra di caratura superiore. Il Cagliari è l’unica neopromossa che dovrebbe cavarsela. Insomma, sulla carta, almeno tre squadre più scarse dell’Atalanta dovrebbero esserci. È il solito discorso, sul quale molti possono obiettare, ma quando si costruisce una squadra si calcola anche quanto forti possono essere le dirette concorrenti. E il club nerazzurro pensa di essere superiore a chi retrocederà. Vedremo se anche stavolta sarà vero. Chi pretende l’Atalanta da Europa League è pregato di ripassare. Ora finalmente, e almeno fino al prossimo gennaio, la parola va soltanto al rettangolo verde. Buon lavoro a Gasperini e ai giocatori.

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