Reja e Gomez
le armi decisive

Dopo l’ennesima giornata vietata ai deboli di cuore (e che Reja resista...), l’Atalanta è ormai prossima a cantar vittoria. Un punticino domenica al Comunale di Bergamo contro il Genoa che ha asfaltato 5-1 il Torino (ma i nerazzurri potrebbero anche perdere se il Cagliari, a -8 a tre giornate dalla fine, non piegherà in casa il Palermo) e un’annata tormentata si trasformerà d’incanto in una stagione positiva, considerato che l’obiettivo «primordiale« del club bergamasco, la salvezza, sarà stato centrato.

C’è comunque ancora tempo per le riflessioni di fine stagione e per pensare al futuro, anche se i dirigenti nerazzurri stanno già lavorando per disegnare l’Atalanta che verrà. Restiamo sull’attualità. Del duello in terra siciliana abbiamo già parlato, un’Atalanta che aveva maggiori motivazioni e un Palermo che ha deciso di tentare di riscattare il totale blackout mentale in partenza hanno partorito una sfida assolutamente imprevedibile e rocambolesca con cinque reti, un’espulsione, un rigore calciato sulla traversa, due salvataggi sulla linea e una serie infinita di limpide palle-gol non trasformate. Praticamente tutto quello che può offrire il calcio si è visto in un singolo match. Che non è comunque destinato a restare nella storia perché non si può scordare che il Palermo non ha impiegato il suo asso Dybala, relegato in panchina.

Il blitz di Palermo, seconda vittoria per Reja sulla panchina nerazzurra, prima in trasferta , dove l’allenatore nerazzurro non ha ancora perso, ha rappresentato lo strappo decisivo nella corsa alla salvezza. Dopo l’esonero di Colantuono alla 25ª giornata, l’Atalanta aveva 23 punti, il Cagliari 20 e il Cesena 19, dopo il ko casalingo con il Torino alla 29ª giornata, la situazione era ancora preoccupante con Atalanta a 26, Cesena a 22 e Cagliari a 21, da domenica sera ogni residuo di sofferenza è bandito con Atalanta a 36, Cagliari a 28 e Cesena, ormai retrocesso, a 24 (ultimo il Parma a 17 con un -7 di penalizzazione sul groppone). Nello scorso campionato piombarono in serie B Catania con 32 punti, Bologna con 29 e Livorno con 25, vedremo a fine campionato se la quota salvezza si è ulteriormente abbassata.

Due i personaggi principali che sono emersi a Palermo, Reja in panchina e, al di là di Biava (fenomenale con i due salvataggi sulla linea di porta), Gomez sul manto erboso. Il tecnico goriziano, che aveva suscitato qualche perplessità nelle prime giornate della sua gestione (tre pareggi e il ko prima ricordato contro il Toro), ha dimostrato che l’esperienza e la sagacia tattica pagano. Ha pensato a raggranellar punti e a dare serenità ai giocatori e, quando si è assestato, è stato di grado di dare anche un gioco efficace alla squadra, puntando inoltre su un modulo, il 4-3-3, che in precedenza non aveva mai funzionato. Un Reja che non ha esitato a escludere - vedremo se solo momentaneamente - un elemento del valore indiscutibile come Moralez che era stato il giocatore nerazzurro più continuo e geniale nello scacchiere nerazzurro.

Gomez è definitivamente rinato. Anche il «Papu», rientrato un po’ ammaccato dall’avventura ucraina, ha impiegato un po’ a carburare, diciamo anche che c’è voluto molto tempo, diversi mesi, ma nel momento cruciale il suo talento è emerso, e - se l’Atalanta ha ripreso a volare sulle fasce - lo si deve proprio a Gomez (e a D’Alessandro, non dimentichiamo) che si è sbloccato in fase realizzativa contro l’Empoli e ha concesso il bis a Palermo. Con Denis e Pinilla, Gomez è balzato sul podio dei nerazzurri più decisivi in attacco nella volata di campionato.

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