Da Gandino all’Australia
Manager in un luxury hotel

«Sono partita per l’Australia solo per un’esperienza all’estero della durata di sei mesi – racconta Marica Nodari – e dopo sei anni eccomi ancora qui». Marica, 31 anni, originaria di Gandino, il paese del mais spinato e delle tante tradizioni, dal 2013 vive a Cabarita Beach, piccolo paesino sul confine tra Queensland e New South Wales, nella terra dei canguri.

«Con un diploma di perito tecnico aeronautico, conseguito presso l’istituto Antonio Locatelli di Bergamo – spiega la giovane gandinese – in Italia ho lavorato un po’ in qualche wine bar o caffetterie, e poi sei anni fa la decisione di partire. Sarei dovuta stare lì per soli sei mesi e invece oggi vivo ancora in Australia, non me ne sono più andata. Non cambierei nemmeno una virgola di tutto quello che ho passato e imparato in Australia, per arrivare sino a oggi che ho ottenuto il Permanent Visa, un visto permanente che mi dà la possibilità di entrare e uscire dall’Australia tutte le volte che voglio – per la cittadinanza devo attendere ancora un anno – e mi sento finalmente a mio agio nel parlare inglese. Avevo già una base, avendo studiato fonetica e grammatica durante gli anni di formazione scolastica, ma non è stato per niente facile con la lingua».

«Lavoro in un bellissimo hotel che fa parte della catena Slh ( Small Luxury Hotel ), «Halcyon House», situato nella stessa «small beach town», la piccola cittadina sul mare per dirlo all’italiana, dove risiedo. Mi occupo dell’organizzazione del ristorante ricoprendo la posizione di Restaurant manager. Mi trovo benissimo, e con questo non dico che sia stato tutto rosa e fiori; ho pianto quasi per un mese di fila quando mi sono spostata per cominciare a lavorare in questo nuovo posto. Non conoscevo nessuno, non sapevo dove ero e se fosse stata la scelta giusta. Dormivo nella vecchia spa dell’hotel con un materasso in terra, come camping style, ma tutto quello sforzo mi ha trasformato nella persona indipendente che sono oggi. Indipendenza, penso che sia stata la ricerca di questa a farmi muovere e lottare così tanto per ottenerla».

Non tornerà in Italia, ne è convinta Marica, se non per trascorrere qualche periodo di vacanza e riabbracciare amici e parenti. «Dell’Italia sinceramente non mi manca nulla – confessa la 31enne –, forse solo l’atmosfera che si crea a Natale o nelle feste. L’Australia è riuscita a far uscire la vera persona che sono: sei solo tu con te stessa e puoi contare solo sulle tue forze».Vino e soprattutto i cocktail sono la sua grande passione, tanto da desiderare un giorno di aprire un piccolo wine bar sulla spiaggia di Cabarita Beach. «Nel futuro mi piacerebbe aprire un piccolo wine bar – racconta Marica – nel posto che amo, dandogli però un tocco italiano, che ci differenzia nel mondo per l’ospitalità e la qualità. I cocktail sono una passione per me e qui in Australia sono molto popolari. La cena spesso viene accompagnata da cocktail o superalcolici».

«Qui in Australia le cose vanno diversamente rispetto all’Italia – precisa la restaurant manager gandinese –: a 18 anni la maggior parte dei ragazzi se ne va di casa per lavoro o semplicemente perché è così che si fa. Gli stipendi sono più o meno il doppio di quelli italiani, ma anche il costo della vita è molto più elevato. Proprio per questo infatti ci si organizza in “team up” di amici e conoscenti per dividere le spese di casa. Molti inoltre, a 25 anni, hanno già famiglia e un business di successo».

Cabarita Beach è un gioiellino, «la mia dream city» – confessa Marica Nodari –; vivo a due secondi da lavoro e spiaggia, penso che comprerò casa qui prossimamente. La vita qui è molto tranquilla e le persone non giudicano per quello che indossi o per il conto in banca che hai, le persone qui sono molto spirituali e praticano un sacco di yoga e meditazione. Credono nella profonda connessione tra uno e l’altro».

Nonostante la «Città dei Mille» sia il suo luogo d’origine, non è molta la nostalgia. «Bergamo è una delle città più belle del mondo – racconta la 31enne – ma che opportunità potrei avere lì? La risposta che mi do è sempre zero. Bergamo oltre a essere molto bella, è anche interculturale, e moltissime persone da qui in Australia la conoscono». Un’esperienza forte, che ti stravolge e travolge, un turbinio di emozioni e difficoltà, e che forse non è fatta per essere cucita addosso a tutti. «Consiglierei di partire? Sì, a coloro che sentono davvero dentro di loro che casa non è casa ma c’è qualcosa di più, che va oltre le proprie radici e le proprie origini».

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