«Rapito» dalle Baleari
Il nuovo gioiello è Ibiza

L’ultima foto da Bergamo l’ha postata su Facebook. Una fila di casse, piene di attrezzi da laboratorio, creazioni, gioielli ed effetti personali. Immortalati sul marciapiedi di via Tasso, davanti al civico 91, a quello che per anni è stato il suo studio-negozio.

Un carico di lavoro e di ricordi, imballato e avvolto in teli di plastica neri. Come se fossero listati a lutto. Metafora di un addio. Goodbye Bergamo. «Grande svolta di vita, buon vento» il suo commento sul social. Un clic con lo smartphone, poi si è fiondato in aeroporto, ha acquistato un biglietto per Ibiza e l’ha eletta sua nuova patria, dove ricominciare tutto – o quasi – daccapo.

Lui è Giampaolo Giardina che sarebbe riduttivo definire orafo. I bergamaschi lo conoscono bene. È un artista, uno scultore che usa nobili metalli, ma non solo, è un visionario, un creativo. Le sue opere non sono mai banali, ma gioielli unici. Per alcuni mesi ha fatto la spola dal Bel Paese alle Baleari, poi ha deciso che il posto migliore per vivere e lavorare era l’isola.

Cinquantacinque anni il prossimo 4 agosto, 37 anni di laboratorio-negozio in città, Giardina non si scompone quando gli chiediamo dove ha trovato il coraggio di rifarsi una vita all’estero. Si tratta di una scelta sicuramente ponderata, ma che spesso si fa quando si è più giovani e lui non è un ragazzino. «Non mi spaventa nulla – dice –, non c’è un’età per ricominciare o iniziare un nuovo progetto». Perché allora l’artigiano orafo ha pensato di lasciarsi alle spalle le montagne bergamasche e tuffarsi nel blu del Mediterraneo? «La motivazione principale per la quale ho lasciato l’Italia – aggiunge – è sicuramente il crollo verticale delle richieste nel mio lavoro. L’idea è nata nel 2013, ma la crisi dello scorso anno mi ha dato una mano nel decidere e non perdere altro tempo. Io disegno e creo gioielli in prima persona. Tengo a sottolineare il fatto che mai avrei pensato di essere costretto a lasciare Bergamo dove sono nato e cresciuto e dove sono nati e crescono i miei figli».

Bergamo e Ibiza non hanno nulla in comune e il fatto di catapultarsi in una realtà nuova, lontana, in uno scenario naturalistico unico, che per alcuni aspetti aspri e selvaggi ricorda un po’ Robinson Crusoe, appare anche un po’ una fuga. «Sono di tutt’altro avviso – prosegue Giardina –, non sono fuggito da Bergamo.La scelta di spostare la mia attività di artigiano alle isole Baleari e nello specifico sull’isola di Ibiza, deriva da più fattori: il primo è di certo un grande amore per il Mar Mediterraneo e tutto ciò che ruota attorno a esso, la navigazione a vela, la pesca, il sole e i profumi dell’isola che sono spesso d’ispirazione nelle mie creazioni. Un altro fattore importante è la qualità della vita. Qua è mediamente tutto più a misura d’uomo e la cosa pubblica funziona, agevola chi vuol fare impresa, anche e soprattutto se piccola».

E poi c’è questa «vicinanza»con Bergamo: «Decisamente, con Ryanair da Ibiza a Orio al Serio, in un’ora e quaranta minuti sono di ritorno nella mia città. Questo mi è indispensabile, dato che ho un figlio di 8 anni e spesso torno per lui». I suo lavori sono ora nel suo album di Facebook (Giampaolo Giardina Ibiza Jewelery) e nelle vetrine dell’isola. «Le mie realizzazioni – spiega – sono molto particolari e richiedono un pubblico decisamente aperto». Ma torniamo a Ibiza. «Contrariamente ai luoghi comuni che la identificano solo con le discoteche e i locali notturni – tiene a precisare l’artista –, l’isola offre una grande varietà di situazioni balneari e poi è frequentata da turisti di tutto il mondo che sono alla ricerca di natura, tranquillità, libertà nel senso del potersi esprimere liberamente seguendo quella che è la propria individualità. Direi che la vedo come uno dei posti migliori per ricostruire un futuro al mio lavoro».

A sentire parlare Giardina, sembra di capire che il suo più che un addio potrebbe essere un arrivederci, in ogni caso carico anche di sacrifici e rinunce. «Certamente mi costa vedere meno i miei figli e i miei cari, amici compresi – dice con un pizzico di malinconia –, ma la situazione imponeva di prendere una decisione per porre basi a un futuro. Oggi il mio è un addio a Bergamo, sicuramente a livello lavorativo, in quanto realizzo le mie creazioni alle Baleari. Non so cosa mi riserverà il futuro, la mia è stata una scelta dovuta, o forse il destino ha voluto così. In ogni caso tornerò ancora qualche volta a Bergamo».

Veniamo allora alle creazioni. «Mi occupo personalmente della progettazione e della realizzazione delle mie collezioni di gioielli , che sono spesso ispirate dalla natura. ”Reef”, l’anello acquario raffigurato nell’invito all’inaugurazione a Ibiza, esprime il condensato di tutti i miei anni di ricerca nel campo del gioiello. L’ho realizzato utilizzando, quarzo naturale perfettamente limpido per la struttura dell’anello, all’interno ospita un pesce palla e un ambiente decisamente marino, con sabbia del reef sul fondo, cristalli di Dioptasio che simulano le alghe, un piccolo rametto di corallo, altri elementi naturali e sempre sul fondo una costellazione che parte da una piccola stella marina con la proprietà di essere fosforescente, il tutto immerso in un liquido con indice di rifrazione vicino a quello del quarzo, sigillato poi con una ghiera in oro bianco incastonata con brillanti».

Una descrizione puntigliosa e raffinata che fa ben comprendere la passione di Giardina per il suo lavoro. «Sono un artigiano orafo autodidatta – così si definisce – è dal 1978 che sono impegnato nel campo del design orafo-artistico e innovativo. Oltre all’oro, utilizzo argento, pietre preziose e semipreziose, ma anche materiali alternativi, dal titanio al ferro, dall’ebano a legni più pregiati, da materiali naturali a resine sintetiche, con le più disparate tecniche di realizzazione». La sua è una continua ricerca stilistica, sperimentale e selettiva che lo porta a distaccarsi dal concetto classico di gioiello, lasciando un segno personale, generato da una estrosità unica. La forma, la creatività e la tecnica diventano vere protagoniste dei suoi gioielli. L’unione di materiali diversi li esalta rendendoli unici, non convenzionali e originali.

«Giardina affianca alle esperienze di ricerca, tipiche dell’arte contemporanea, quelle artigianali che molti sottovalutano, forse conoscono superficialmente e considerano semplici operazioni manuali – ha detto di lui lo scultore bergamasco Elio Bianco –, ma che invece si rifanno a quella precisa matrice culturale che è nell’operato degli artigiani del passato. Adotta le tecniche tipiche dell’artigianato orafo: le cere, la fusione, la cesellatura. Il suo intento è di ristabilire la reale funzione che l’orafo dovrebbe avere nella salvaguardia della professione spesso svilita da risultati più immediati, forse economicamente più vantaggiosi, ma sicuramente sterili e frustranti». Aridità e frustrazioni non si addicono al carattere di Giardina. E nemmeno alla sua nuova patria.

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a [email protected] o cliccate qui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA