Posata nla prima pietra della nuova Esperia Tre lotti per una spesa di oltre 13 milioni di euro

Una cazzuola in argento, riproduzione di quella usata da re Vittorio Emanuele II posta la prima pietra della scuola a lui intitolata, in viale Lussana è stata utilizzata dal presidente dell’Unione degli industriali di Bergamo Andrea Moltrasio nella cerimonia per la posa della prima pietra del nuovo Itis Paleocapa. «Comincia un sogno che attendiamo da 50 anni» ha affermato il preside Michele Nicastri. I lavori, suddivisi in tre lotti, e realizzati a cura della Provincia di Bergamo, prevedono una spesa di 13 milioni e 300 mila euro. L’Unione industriali di Bergamo ha stanziato un contributo di 500 mila euro. Il primo lotto, simbolicamente avviato ieri alla presenza del vescovo ausiliare monsignor Lino Belotti, dovrebbe essere completato entro il settembre 2006. Col primo lotto è prevista la costruzione di due palazzine per gli indirizzi meccanico ed elettrotecnico. Quanto al secondo lotto il progetto esecutivo, che è in fase di approvazione, prevede la palazzina per l’indirizzo tessile e in tintoria, aree verdi e percorsi pedonali. Il terzo e ultimo lotto costituisce la parte più onerosa del progetto. In questa terza fase sarà realizzato un museo (dove ora sorgono i vecchi capannoni industriali che ospitano i laboratori) che documenterà lo sviluppo economico della provincia di Bergamo attraverso macchinari e strumenti dell’industria; sempre con il terzo lotto verrà ristrutturato l’attuale istituto, con un nuovo auditorium e due palestre.«L’Esperia rappresenta la storia dell’economia bergamasca» ha affermato il presidente della Provincia Valerio Bettoni, mentre il presidente degli industriali Andrea Moltrasio ha sottollioneato «Con scuole come questa e infrastrutture adeguate le imprese volano» ed ha aggiunto «ma bisogna investire sulla cultura scientifica e tecnica e la riforma scolastica in atto ci fa temere che questo non accada». L’Esperia ha 1.600 studenti e, nonostante negli ultimi anni ci sia stato un calo nel numero delle iscrizioni, riesce a controbattere la crisi dell’industria. «I nostri diplomati non hanno difficoltà a trovare lavoro» ha conclouso il preside Michele Nicastri: «in particolare gli studenti che seguono gli indirizzi meccanico e tessile (100 in media i diplomati l’anno per il primo indirizzo, una ventina per il secondo) in questi settori le richieste di assunzione da parte delle imprese bergamasche sono superiori al numero dei periti disponibili».

(09/04/2005)

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