Palafrizzoni «vota» sul crocefisso
34 a favore, 3 astenuti, 3 contrari

Un ordine del giorno urgente presentato dal centrodestra in difesa del crocifisso e contro la recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo è stato tra gli argomenti dibattuti nel Consiglio comunale di Bergano svoltosi lunedì sera a Palazzo Frizzoni.

Il centrosinistra è andato in ordine sparso, ma in estrema serenità e senza tensioni di sorta: tre contrari (Simone Paganoni, Paola Tognon e Pietro Vertova), altrettanti astenuti (Stefano Zenoni, Sergio Gandi e Maria Carolina Marchesi) e 34 favorevoli.

«La tradizione cristiano cattolica fa parte della nostra storia» ha ricordato il leghista Daniele Belotti, rilevando anche il forte valore identitario (con richiami al Beato Papa Giovanni) del simbolo. «La sentenza è sbagliata perché il crocifisso può svolgere anche in un orizzonte laico una funzione simbolica altamente educativa a prescindere dalla fede religiosa, come rilevato dal Consiglio di Stato» la replica di Roberto Bruni, pronto però a ricordare «certe polemiche leghiste contro quelli che chiamavano vescovoni».

Per Simone Paganoni (Lista Bruni) «fondamentale è il mantenimento della laicità negli edifici pubblici», mentre Giuseppe Petralia (Pdl) ricorda come «fosse necessario dare un segnale immediato». E da dirigente scolastico (il documento contiene anche la richiesta di indicazioni a non rimuovere i crocifissi) spiega come «vada difeso il valore religioso, ma anche quello simbolico di tolleranza assoluta e amore per il prossimo». Pronta la replica di Ebe Sorti Ravasio (Pd): «Non solo parole, però: dovremmo essere capaci di tradurre questo in fatti».

«Sono favorevole all'ordine del giorno ma niente strumentalizzazioni», la posizione di Vittorio Grossi (Italia dei Valori), mentre Maurizio Bonassi (Pdl) ricorda come «in quel crocifisso ci sia la nostra storia e la nostra cultura: è un simbolo religioso che non esclude, perché mette in gioco la nostra libertà».

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