La moglie Susanna:
«deve stare tranquillo»

È scosso e ha bisogno di essere lasciato tranquillo. Sergio De Giorgi, raggiunto telefonicamente nella sua casa di Azzano San Paolo, non se l'è sentita di raccontare le tappe della vicenda di cui suo malgrado è stato vittima lunedì mattina.

Un'esperienza che lo ha lasciato comprensibilmente provato, fisicamente e psicologicamente. È stata la moglie, Susanna Tomasoni, a fare da schermo al marito nelle ore successive al sequestro. «Mio marito è tornato alle 2,30 di notte – ha spiegato Susanna Tomasoni –: per il momento preferisce non raccontare quanto accaduto. È provato e scosso, con un forte mal di testa». Sergio De Giorgi dopo il rilascio è stato condotto all'ospedale di Merate, in provincia di Lecco, dove al pronto soccorso è stato visitato e curato. Gli è stata riscontrata una distorsione cervicale traumatica giudicata guaribile in una decina di giorni, conseguenza del contatto fisico avuto con i rapitori, che lo hanno percosso mentre lo immobilizzavano, e della permanenza del bagagliaio durante il trasporto.

«Non ha voluto spaventarmi – dice ancora Susanna Tomasoni – e quindi al suo ritorno non ha raccontato molto, ma da quanto ho capito è stato tenuto sotto la minaccia delle armi e bendato. Quelli che l'hanno preso erano in tre. Ci siamo sentiti per telefono subito dopo il rilascio, ma fino a notte non l'ho potuto vedere. Ora vogliamo restare tranquilli e superare questa brutta esperienza». L'imprenditore bergamasco, originario di Cologno al Serio, abita da una quindicina d'anni ad Azzano San Paolo, paese d'origine della moglie.

La famiglia è conosciuta in paese e la notizia del sequestro è stata seguita con apprensione da tanti cittadini. La ditta lecchese per la quale lavora Sergio De Giorgi è nata nel 1980 con una denominazione diversa e ora è a capo di un gruppo conosciuto in tutta Italia.

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