Vi ricordate il ciclista multato?
Ora, per sbaglio, di nuovo nei guai

Fu il primo ciclista in Italia a cui vennero decurtati i punti della patente, a nemmeno 48 ore dall’entrata in vigore della nuova norma. Ora s’è visto recapitare un atto di citazione per l’investimento di una donna a Messina, lui, che in Sicilia confessa di esserci sbarcato solo da una nave da crociera.

Il destino di Fabrizio Segnini, 43 anni, titolare dell’omonima ditta di traslochi a Valverde, sembra viaggiare su carreggiate asfaltate da un impasto di equivoci, malasorte, burocrazia kafkiana e inflessibilità, che rischia di fruttargli il titolo di utente della strada più jellato del 2009.

Ad agosto era finito in prima pagina dopo che con la sua vecchia Bianchi aveva bruciato un semaforo rosso di via Baioni sotto gli occhi di una pattuglia della Stradale, perdendo sei punti della patente e guadagnando il poco onorevole record di prima pedivella a incappare nel nuovo pacchetto sicurezza, quello fin lì famoso per le polemiche sulle ronde. Storia tutt’altro che chiusa. Segnini a settembre ha impugnato il provvedimento, in odore di incostituzionalità, davanti al giudice di pace di Bergamo e freme perché gli fissino ’sta benedetta udienza, dal momento che l’aritmetica del suo documento di guida sta pericolosamente scemando.

La chiamata l’ha però ricevuta da un altro giudice di pace, quello di Messina, che lo convoca al tribunale siciliano per il 23 febbraio. L’atto di citazione riguarda l’investimento di una donna di 43 anni, travolta da un’auto il 2 luglio del 2008 mentre attraversava via Fata Morgana a Messina. La signora era finita in ospedale con otto giorni di prognosi, ma le cefalee s’erano protratte. Tanto che s’era rivolta prima a uno specialista che le aveva prescritto 60 giorni di riposo e poi a un medico legale, il quale nella sua consulenza aveva rilevato lesioni capaci di «causare esiti permanenti nella misura del 5%».

Dunque, altro che i 1.600 euro che l’assicurazione dell’investitore, un automobilista siciliano che s’era prontamente fermato a soccorrerla, aveva corrisposto. Secondo la donna, assistita dal legale messinese Giovanni Laresca, sul piatto andavano versati altri 6.325,85 euro tra danno biologico (4.336 euro), gli otto giorni di «inabilità temporanea assoluta» (336) e i due mesi di «inabilità temporanea parziale al 50%» (1.260), la somma tra danno morale, esistenziale e alla capacità lavorativa (1.483,04), più le spese e competenze professionali (510,65). L’assicurazione non ci ha voluto sentire, e così ecco scodellata la causa.

E qui entra in ballo il caso. Perché nel compilare gli atti qualcuno sbaglia a trascrivere le ultime due lettere della targa dell’auto investitrice: così l’accoppiata PL diventa MP. E fra le innumerevoli combinazioni che poteva sputar fuori la lotteria degli equivoci, chi va a colpire la jella? «Quando ho ricevuto l’atto di citazione ho pensato subito che mi avessero clonato la targa - confessa Segnini -. Tra l’altro quella combinazione di lettere e numeri corrisponde alla targa di un mio camion e non di un’auto. Io a Messina non ci sono mai stato; sono sbarcato l’estate scorsa a Palermo mentre facevo una crociera ma, giuro, quel giorno ho girato in taxi. Un trasloco in Sicilia con quello che costa la benzina, lo escluderei a priori. Dalla contabilità della mia ditta sono così risalito a quanto avevo fatto quel 2 luglio del 2008: un trasloco a Bergamo con 5 miei dipendenti che, se necessario, potrebbero testimoniare».

Non servirà. L’avvocato Laresca ha riconosciuto l’errore e ora provvederà a spedirgli un avviso in cui viene dichiarato nullo il precedente atto di citazione. Sempre che arrivi a destinazione. Con la sfortuna che ha Segnini, non si sa mai.

Stefano Serpellini

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