Il Pd sull'ordinanza antiaccattonaggio:
«fermezza non significa intransigenza»

«L’ordinanza di Tentorio per contrastare l’accattonaggio molesto non è una novità: iniziative molto simili sono state adottate da diversi sindaci di centrodestra e centrosinistra che hanno individuato nel Decreto Maroni, una maggiore possibilità di agire , con “deleghe” più ampie ma che non devono nè possono sostituirsi alle leggi dello Stato e al codice civile e penale». Inizia così un comunicato del capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Bergamo, Elena Carnevali, in merito all'ordinanza del sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, contro l'accattonaggio.

«Sull’utilizzo dei minori come mendicanti già la passata amministrazione Bruni aveva agito con decisione, applicando con fermezza la legge ma parallelamente incrementando l’offerta di accoglienza e aiuto per chi si trova realmente in condizioni di indigenza. Dietro questi fenomeni tutti noi sappiamo che spesso si nasconde un racket, che sfrutta i minori, i disabili o le persone con gravi deformità fisiche. Riteniamo quindi giusto che l’amministrazione intervenga per affrontare il problema. Per questo non bastano le parole di un’ordinanza e l’intervento della Polizia Locale per sconfiggere organizzazioni criminali strutturate e ramificate. Se si aspira effettivamente a colpire il racket, è necessaria una stretta cooperazione con le Forze dell’Ordine (per inciso, ulteriormente penalizzate dai tagli contenuti nella legge finanziaria in discussione alla Camera dei Deputati)».

«Ma, soprattutto se si vuole realmente togliere dalle strade i “mendicanti” ed i “senza tetto”, è urgente colmare il divario di opportunità tra chi le ha o le può avere e chi è messo nell’impossibilità di accedervi. E’ necessario intervenire su chi affronta veramente la miseria, chi sta sulla soglia e chi a breve ne entrerà a far parte, senza lasciare questa responsabilità in maggior misura all’associazionismo e volontariato. Quindi non si può prescindere dall’integrazione delle politiche di sicurezza con politiche sociali e di cittadinanza effettiva. Non a caso, ordinanze analoghe di altre città – una tra tutte, quella emanata dal Comune di Venezia – prevedono esplicitamente un’azione sinergica tra le politiche sociali e la Polizia municipale per individuare i soggetti che realmente necessitino di inserimento nei programmi di contrasto alla povertà, e l’obbligo di immediato accompagnamento di ogni caso di effettiva condizione di indigenza per porre in atto idonei e tempestivi interventi».

«Elementi questi del tutto assenti nell’ordinanza emanata dal Sindaco Tentorio, che ancora una volta si dimostra subalterno nei confronti di un approccio a tratti puramente repressivo ed inutilmente duro, che considera “accattonaggio molesto” anche la semplice richiesta di elemosina di chi si siede lungo i percorsi pedonali. Un modo per non voler vedere o accettare la povertà, negando la realtà di una crisi economica e sociale che sta provocando conseguenze drammatiche su tante persone. In una città che si è sempre caratterizzata come luogo di civiltà e solidarietà, è necessaria fermezza e rigore per garantire tutela dei cittadini senza cedere all’intransigenza e all’estremismo».

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