Rette bloccate per i pazienti
della Casa riposo del Gleno

La Fondazione Santa Maria Ausiliatrice di via Gleno dal 1° gennaio 2010 «bloccherà» le rette delle degenze in casa di riposo agli stessi standard del 2009. L'approfondimento su L'Eco in edicola sabato 19 dicembre

La crisi economica continua a far sentire i suoi pesanti effetti e tanti bergamaschi costretti a tirare la cinghia anche sui bisogni più essenziali. Ma c’è una buona notizia, per quanti sono costretti a confrontarsi tutti i giorni con le estreme fragilità della vita: la vecchiaia, le demenze, l’Alzheimer, la solitudine. La Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice di via Gleno a Bergamo, infatti, dal 1° gennaio 2010 «bloccherà» le rette per le degenze in Rsa agli stessi standard dell’anno che sta finendo (e senza adeguamento Istat) e, anche per un riguardo maggiore verso le situazioni di maggiori gravità per famiglie in ristrettezze economiche con un paziente anziano a carico particolarmente sofferente, «taglia» di oltre 20 euro le rette giornaliere per i ricoveri temporanei nella Casa di Riposo, i cosiddetti ricoveri «di sollievo».

La novità, all’interno delle linee programmatiche per il 2010 della Fondazione (presidente Miro Radici, direttore generale Fabrizio Lazzarini), è stata approvata ieri dal Consiglio di amministrazione che ha anche approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del nuovo Gleno.

Ma dall’1 gennaio al Gleno si attiva anche la procedura di mobilità per 14 dipendenti (personale ex Ipab, quindi a contratto sanità pubblica, ma ora, pur con lo stesso contratto, impiegato in un ente privato, quale il Gleno è diventato con la creazione della Fondazione Casa di Riposo Santa Maria Ausiliatrice nel 2006). Non si tratta di personale sanitario né infermieristico, spiega Lazzarini, ma di addetti alla portineria, personale del comparto amministrativo, manutentori (idraulici, imbianchini, elettricisti).

Sugli esuberi poche settimane fa la Fps Cisl aveva scritto una lettera aperta ai Comuni oltre che ai vertici di Regione e Provincia chiedendo «di assumere questi lavoratori, assunti come dipendenti pubblici, secondo l’istituto del comando. Pensiamo che di spazi occupazionali nel pubblico impiego ce ne siano, vista la ben nota carenza di dipendenti pubblici nella provincia bergamasca». Ma, intanto l’accordo siglato tra Fondazione e sindacati per la mobilità entro la fine del 2009 sta scadendo e a questa lettera aperta non sembrano essere arrivate risposte.

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